E adesso?
Una rana e uno scorpione s’incontrarono davanti a un fiume. Entrambi volevano passare dall’altra parte, e se la rana non aveva difficoltà, lo scorpione era preoccupato, perché non sapeva nuotare.
“Per piacere, mia cara rana, mi porteresti dall’altra parte del ruscello?” chiese lo scorpione, con la voce più dolce che gli riuscì di fare.
“Fossi matta!” gli rispose la rana “non provare nemmeno ad avvicinarti, non ho nessuna voglia di farmi pungere”.
“Ma ragiona, ranocchietta: se tu mi aiuti a passare il fiume prendendomi sulla groppa, io mai e poi mai ti pungerei; se lo facessi, annegherei, perché non so nuotare!”.
La rana ci pensò su, e alla fine decise di aiutare lo scorpione, un po’ perché era un animale generoso e dopo tutto lo scorpione non aveva fatto niente di male. E così lo scorpione saltò in groppa alla rana e tutti e due si buttarono in acqua.
Erano già a metà del percorso, proprio in mezzo al fiume, quando la rana strinse forte gli occhi, perché a questo punto della favola doveva sentire un dolore acutissimo alla schiena. Però, non sentendo niente, riaprì subito gli occhi, e disse: “Ma come? Non mi hai punta? Allora vuol dire che non moriremo tutti e due”.
Lo scorpione le rispose: “Ci ho provato ed è stato giusto così, perché pungere fa parte della mia natura. Ma non è servito, ranocchietta. La mia puntura non ti ha punto.”
“E adesso? Che cosa farai, adesso?” domandò la rana.
“Indietro da solo non puoi tornare, perché non sai nuotare; se vieni con me dall’altra parte del ruscello, tutti penseranno di te che sei uno scorpione che non sa usare il suo pungiglione; e anche restare qui in mezzo al guado, non è possibile” disse la rana preoccupata per il futuro della favola.
Lo scorpione aprì le sue cinque paia di occhi laterali e guardò alla sua sinistra, e poi anche alla sua destra. E poi di nuovo a sinistra. E poi di nuovo a destra. Poi guardò da nessuna parte restando a fissare il vento che intanto si era fatto meno forte.
Un’ape operaia che passava da quelle parti, vide lo scorpione a cavalcioni della rana in mezzo all’acqua e gli gridò : “Scorpione, non so come aiutarti ad uscire da questa situazione, sono solo una semplice ape, ma se vuoi ti presto il mio pungiglione…”.