Due giorni dopo la vittoria nelle presidenziali, Donald Trump ha definito il primo ruolo nella sua prossima amministrazione, scegliendo Susie Wiles come capo di gabinetto. Wiles ha 67 anni, lavora con Trump dal 2016, era attualmente la responsabile della sua campagna elettorale e sarà la prima donna a ricoprire questo ruolo alla Casa Bianca.
Wiles avrà un ruolo particolarmente importante e complesso, soprattutto con Trump come presidente: nel suo primo mandato ci furono quattro diversi capi di gabinetto, fra licenziamenti e dimissioni (Reince Priebus, John Kelly, Mick Mulvaney e Mark Meadows). Stavolta Trump ha scelto una delle sue collaboratrici più fidate, descritta come molto riservata, ma quasi sempre risparmiata dagli sfoghi di rabbia del presidente. Trump in un comunicato l’ha definita «tenace, intelligente, innovativa e universalmente ammirata e rispettata».
La prossima capo di gabinetto non ha una grande esperienza a Washington, dove ha lavorato solo decenni fa, all’inizio della carriera, in un ruolo di basso livello nell’amministrazione di Ronald Reagan. Ha invece costruito tutta la sua carriera politica in Florida, gestendo la campagna per la carica di governatore di Rick Scott nel 2010 e poi la candidatura a presidente di Trump nel 2016 e nel 2020, relativamente sempre allo stato. Nel 2018 ha guidato la campagna di Ron DeSantis a governatore: dopo un anno i rapporti fra i due si ruppero e DeSantis convinse Trump a licenziarla. Fu poi riassunta nel 2020 e nel 2021, dopo l’assalto al Congresso, e nel momento in cui Trump sembrava politicamente finito è diventata la sua principale collaboratrice, gestendone la lunghissima campagna, da responsabile nazionale, fino alla rielezione dei giorni scorsi.
Donald Trump e Susie Wiles a una partita di football dei New York Jets (AP Photo/Evan Vucci, Pool)
Il capo di gabinetto non deve essere confermato da un voto del Senato. Svolge un numero consistente di funzioni e ha un ruolo centrale nel definire le strategie della Casa Bianca, dall’agenda legislativa alla comunicazione dell’attività di governo. Decide le priorità politiche e organizza la gestione delle crisi internazionali, ma il ruolo potenzialmente più critico è quello di “filtro”. Stabilisce infatti quali decisioni devono essere prese personalmente dal presidente e quali possono essere delegate, controlla la sua agenda, ha l’ultima parola su chi debba incontrare.
La prima amministrazione di Trump fu caratterizzata da un certo caos, da molte fughe di notizie e da continui cambi nello staff: fra il 2016 e il 2020 il 92 per cento dei dipendenti della Casa Bianca di più alto livello che cominciarono il mandato non arrivò alla fine. Oggi Trump sembra intenzionato a circondarsi di persone di maggiore “fedeltà”, che conosce meglio e da più tempo, anche se dovranno essere verificati rapporti e influenze di due dei personaggi che hanno contribuito (in differente misura), alla sua elezione: il miliardario Elon Musk e l’ex candidato indipendente Robert Kennedy Jr.