• Live
  • venerdì 8 novembre 2024

Donald Trump ha scelto la sua prima collaboratrice alla Casa Bianca

Susie Wiles sarà la prima donna capo di gabinetto: lavora con lui dal 2016 ed era responsabile della campagna elettorale

Donald Trump e Susie Wiles a West Palm Beach, Florida (AP Photo/Alex Brandon)

Mercoledì Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, battendo la candidata Democratica e vicepresidente uscente Kamala Harris. In attesa dei risultati definitivi sta già lavorando alle prime nomine della sua amministrazione, che entrerà in carica a gennaio. Il Post segue le elezioni con questo liveblog.

Kamala Harris

Kamala Harris

Donald Trump

226
270
295
Donald Trump
Live Blog
08:088 novembre 2024

Le persone laureate votano sempre di più per i Democratici

Alle elezioni di martedì c’è stato almeno un segmento demografico nel quale la candidata Democratica Kamala Harris è andata molto bene: quello delle persone laureate, soprattutto con un titolo di studio alto, come master o dottorato.

È una tendenza che va avanti da diversi anni, ed è stata confermata anche a questo giro: secondo gli exit poll usciti dopo il voto il 37 per cento delle persone che negli Stati Uniti non hanno mai frequentato l’università ha votato per Harris, e il 62 per cento per Donald Trump. Tra le persone con una laurea equivalente alla triennale italiana (il bachelor’s degree) il 54 per cento ha votato per Harris e il 44 per Trump. Il divario aumenta per chi ha titoli di studio superiori: il 61 per cento degli elettori con un master o un dottorato ha votato per Harris e il 37 per cento per Trump.

Il divario legato al livello di istruzione è un ribaltamento dei ruoli tradizionali dei partiti politici negli Stati Uniti, e dipende da motivi economici e culturali. Ne abbiamo parlato qui: 

È il titolo di studio, ormai da diverso tempo: le persone laureate preferiscono sempre di più i Democratici

 
07:228 novembre 2024

I Democratici possono ancora vincere alla Camera?

L’ultima grossa elezione nazionale in cui non c’è ancora un risultato certo è quella della Camera. Dopo che Trump e i Repubblicani hanno vinto la presidenza e il Senato, vincere anche alla Camera significherebbe ottenere il completo controllo del Congresso, e ampia libertà di manovra politica: Trump potrebbe mettere in atto il suo programma senza ostacoli. Anche per questo, per i Democratici vincere alla Camera è l’ultima speranza di poter esercitare un qualche tipo di controllo sulla presidenza di Trump.

I Repubblicani, al momento, rimangono i favoriti, ma i Democratici hanno ancora qualche possibilità. Per sapere chi vincerà ci vorranno comunque ancora giorni: i conteggi sono lentissimi, soprattutto in alcuni stati come la California.

In tutto i seggi alla Camera sono 435, e per ottenere la maggioranza un partito deve averne almeno 218. Allo stato attuale dello spoglio i Repubblicani hanno vinto 210 seggi, i Democratici 198 e ci sono ancora 27 seggi da attribuire. Per ottenere la maggioranza i Repubblicani hanno bisogno di vincere soltanto 8 seggi, mentre i Democratici 20.

Nonostante lo svantaggio, i Democratici hanno ancora qualche possibilità soprattutto perché molti dei seggi non ancora attribuiti si trovano in stati e in regioni in cui il partito è storicamente più forte, come la California. Questo significa che quasi certamente il divario tra i due partiti si assottiglierà molto: il conteggio finale dovrebbe continuare a favorire i Repubblicani, ma con una maggioranza estremamente risicata.

05:598 novembre 2024

Donald Trump ha scelto Susie Wiles come capo di gabinetto

Due giorni dopo la vittoria nelle presidenziali, Donald Trump ha definito il primo ruolo nella sua prossima amministrazione, scegliendo Susie Wiles come capo di gabinetto. Wiles ha 67 anni, lavora con Trump dal 2016, era attualmente la responsabile della sua campagna elettorale e sarà la prima donna a ricoprire questo ruolo alla Casa Bianca.

Wiles avrà un ruolo particolarmente importante e complesso, soprattutto con Trump come presidente: nel suo primo mandato ci furono quattro diversi capi di gabinetto, fra licenziamenti e dimissioni (Reince Priebus, John Kelly, Mick Mulvaney e Mark Meadows). Stavolta Trump ha scelto una delle sue collaboratrici più fidate, descritta come molto riservata, ma quasi sempre risparmiata dagli sfoghi di rabbia del presidente. Trump in un comunicato l’ha definita «tenace, intelligente, innovativa e universalmente ammirata e rispettata».

La prossima capo di gabinetto non ha una grande esperienza a Washington, dove ha lavorato solo decenni fa, all’inizio della carriera, in un ruolo di basso livello nell’amministrazione di Ronald Reagan. Ha invece costruito tutta la sua carriera politica in Florida, gestendo la campagna per la carica di governatore di Rick Scott nel 2010 e poi la candidatura a presidente di Trump nel 2016 e nel 2020, relativamente sempre allo stato. Nel 2018 ha guidato la campagna di Ron DeSantis a governatore: dopo un anno i rapporti fra i due si ruppero e DeSantis convinse Trump a licenziarla. Fu poi riassunta nel 2020 e nel 2021, dopo l’assalto al Congresso, e nel momento in cui Trump sembrava politicamente finito è diventata la sua principale collaboratrice, gestendone la lunghissima campagna, da responsabile nazionale, fino alla rielezione dei giorni scorsi.

Donald Trump e Susie Wiles a una partita di football dei New York Jets (AP Photo/Evan Vucci, Pool)

Il capo di gabinetto non deve essere confermato da un voto del Senato. Svolge un numero consistente di funzioni e ha un ruolo centrale nel definire le strategie della Casa Bianca, dall’agenda legislativa alla comunicazione dell’attività di governo. Decide le priorità politiche e organizza la gestione delle crisi internazionali, ma il ruolo potenzialmente più critico è quello di “filtro”. Stabilisce infatti quali decisioni devono essere prese personalmente dal presidente e quali possono essere delegate, controlla la sua agenda, ha l’ultima parola su chi debba incontrare.

La prima amministrazione di Trump fu caratterizzata da un certo caos, da molte fughe di notizie e da continui cambi nello staff: fra il 2016 e il 2020 il 92 per cento dei dipendenti della Casa Bianca di più alto livello che cominciarono il mandato non arrivò alla fine. Oggi Trump sembra intenzionato a circondarsi di persone di maggiore “fedeltà”, che conosce meglio e da più tempo, anche se dovranno essere verificati rapporti e influenze di due dei personaggi che hanno contribuito (in differente misura), alla sua elezione: il miliardario Elon Musk e l’ex candidato indipendente Robert Kennedy Jr.

21:477 novembre 2024

Trump ha dato la sua prima intervista alla stampa dopo la vittoria

Giovedì pomeriggio Donald Trump ha parlato al telefono con l’emittente statunitense NBC News: è stata la sua prima intervista con la stampa dopo aver vinto l’elezione e ha parlato soprattutto di immigrazione, dicendo che secondo lui è una delle questioni che hanno portato più persone a votare lui piuttosto che Kamala Harris.

Trump ha detto che una delle sue priorità, una volta entrato in carica a gennaio, sarà quella di rafforzare i controlli al confine meridionale del paese: «ovviamente dobbiamo rendere il confine più forte e potente, ma allo stesso tempo vogliamo che le persone entrino nel nostro paese. Sapete, non sono uno che dice: “No, non potete entrare”». Al contempo, il leader dei Repubblicani ha detto che la sua amministrazione realizzerà delle espulsioni di massa di persone che sono arrivate negli Stati Uniti tramite vie non legali, nonostante vari esperti (tra cui il direttore ad interim dell’ICE, l’amministrazione responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione) abbiano detto che organizzare espulsioni di questo tipo richiederebbe moltissimi sforzi logistici e finanziari.

19:257 novembre 2024

Alla fine Vladimir Putin ha fatto i complimenti a Trump per la sua vittoria

Giovedì durante una conferenza a Sochi, in Russia, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto molti complimenti a Donald Trump (che non era presente) per la sua vittoria alle elezioni presidenziali. Ha detto che Trump ha agito «da uomo» dopo essere sopravvissuto all’attentato a Butler, in Pennsylvania, e che il desiderio di Trump di migliorare il rapporto degli Stati Uniti con la Russia e mettere fine alla guerra in Ucraina «merita attenzioni».  

Ieri il portavoce del governo russo aveva detto che Putin non aveva intenzione di congratularsi con Donald Trump per la sua vittoria, come hanno fatto moltissimi leader mondiali, date le pessime relazioni fra i due paesi in questo momento per via del sostegno militare e finanziario degli Stati Uniti all’Ucraina. 

Vladimir Putin durante il suo discorso a Sochi, in Russia, il 7 novembre 2024 (ANSA/EPA/MAXIM SHIPENKOV)

19:137 novembre 2024

La California vuole arrivare pronta alla nuova amministrazione di Donald Trump

Il governatore Democratico della California, Gavin Newsom, ha convocato una sessione speciale del parlamento del suo stato, che inizierà il 2 dicembre, per mettere a punto degli strumenti legali e stanziare nuovi fondi per «proteggere i valori della California dalla neoeletta amministrazione di Donald Trump». 

Secondo Newsom, e non solo, c’è un rischio concreto che la nuova amministrazione Trump emani leggi a livello federale che annulleranno alcune riforme della precedente amministrazione Democratica di Joe Biden e soprattutto che siano in diretto contrasto con le leggi statali di molti stati progressisti come la California.

Si tratta di leggi come quelle sul controllo delle armi, sulla protezione delle persone migranti e sui diritti riproduttivi che Trump e il Partito Repubblicano contestano da tempo e che potrebbero avere il potere di modificare nel corso dei prossimi quattro anni, specialmente se riusciranno, come è previsto, a ottenere il controllo di entrambi i rami del Congresso.

18:017 novembre 2024

Il Colorado è uno dei pochi stati in cui Harris è andata bene

In Colorado ha vinto Kamala Harris con il 54 per cento dei voti, contro il 43 per cento ottenuto da Donald Trump: è uno dei posti in cui la candidata Democratica è andata meglio, ma soprattutto è uno dei pochi stati in cui i Democratici hanno perso meno voti rispetto alle presidenziali del 2020.

Secondo un’analisi dei dati elettorali di Associated Press fatta dal sito di notizie Axios Denver, rispetto a Hillary Clinton nel 2016 e Joe Biden nel 2020, Kamala Harris ha ottenuto risultati percentuali peggiori in quasi tutti gli stati, mentre Donald Trump ha migliorato il suo risultato in circa tre quarti del totale degli stati, anche rispetto al 2016, quando vinse le elezioni.

In questo contesto il risultato in Colorado fa eccezione: Harris ha quasi totalmente confermato il miglioramento avvenuto fra il 2016 e il 2020, quando il Colorado fu lo stato in cui i Democratici crebbero di più. Biden migliorò di 8,6 punti il risultato di Clinton di quattro anni prima, Harris ne ha persi solo due rispetto ad allora, decisamente meno che altrove.

Il risultato è interessante anche disaggregando i risultati del voto tra le diverse contee. Il Colorado, infatti, si è polarizzato al proprio interno, con alcune zone che sono diventate più Repubblicane e altre più Democratiche: rispetto al 2016 i Repubblicani hanno migliorato il risultato nel 34 per cento delle contee, mentre i Democratici sono cresciuti nel restante 66 per cento.

17:047 novembre 2024

Joe Biden dice che non si può «amare il tuo paese solo quando vinci»

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto oggi un discorso alla nazione dalla Casa Bianca, dopo la vittoria del candidato Repubblicano Donald Trump: ha assicurato una «transizione pacifica e ordinata», ha difeso i risultati della sua amministrazione e ha ringraziato Kamala Harris, definendola una persona di «grande carattere».

Joe Biden nel Giardino delle Rose (AP Photo/Susan Walsh)

Biden ha posto particolare enfasi sulla necessità di accettare i risultati delle elezioni, dicendo che «non si può amare il tuo paese solo quando vinci» e si è augurato che il risultato del 2024 metta definitivamente fine alle accuse di brogli nel 2020, mai provate: «Il processo elettorale è onesto, equo e trasparente: merita fiducia, che si vinca o che si perda».

(AP Photo/Mark Schiefelbein)

Biden si è poi rivolto agli elettori Democratici delusi: «Una sconfitta non significa che siamo sconfitti. Abbiamo perso questa battaglia. L’America dei vostri sogni vi chiede di rialzarvi».

16:467 novembre 2024

Come sono andate le elezioni dei governatori

Oltre alle elezioni presidenziali, in 11 stati martedì si è votato anche per eleggere il nuovo governatore o la nuova governatrice. Il Partito Repubblicano ha vinto in otto stati su 11, mantenendo la proporzione complessiva di 27 governatori Repubblicani e 23 Democratici.

In North Carolina il candidato Democratico Josh Stein ha battuto il Repubblicano Mark Robinson, di cui si era parlato molto durante la campagna elettorale a causa delle sue posizioni estremiste. Negli ultimi mesi erano emersi alcuni suoi commenti, fatti in passato sotto pseudonimo su un forum di video porno, in cui diceva cose esplicitamente transfobiche e, tra le altre cose, si definiva un «black nazi», ossia un “nazista nero”. Robinson era dato in svantaggio nei sondaggi, e la sua sconfitta non è stata inaspettata.

Josh Stein (AP Photo/Grant Halverson)

In North Carolina Donald Trump ha comunque vinto le presidenziali: è possibile perché negli Stati Uniti esiste il voto disgiunto, ossia la possibilità di votare candidati di partiti diversi per incarichi diversi (quindi è possibile votare il candidato Repubblicano alle presidenziali e quello Democratico per il ruolo di governatore, e viceversa).

In Vermont e in New Hampshire hanno vinto di nuovo i candidati governatori Repubblicani, nonostante le presidenziali siano state vinte dalla Democratica Kamala Harris. 

Negli altri stati le elezioni per il ruolo di governatore sono andate come previsto: hanno vinto i candidati e le candidate Democratiche nello stato di Washington e in Delaware, e quelli Repubblicani in North Dakota, Utah, Indiana, West Virginia e Missouri. Il Montana era stato governato principalmente da Democratici fino all’elezione nel 2021 del Repubblicano Greg Gianforte, che è stato riconfermato.

16:357 novembre 2024

Perché i risultati della Camera tardano tanto

I risultati definitivi delle elezioni alla Camera sono ancora lontani: al momento sono stati assegnati 396 dei 435 seggi totali. Per definire quelli mancanti e per valutare chi raggiungerà la maggioranza di 218 serviranno probabilmente giorni. Al momento i Repubblicani se ne sono assicurati 205, i Democratici 191.

Lo spoglio è particolarmente lento perché molte delle elezioni nei vari distretti sono molto combattute e quindi ogni scheda deve essere contata prima di arrivare a un risultato definitivo: in Iowa un’elezione è stata decisa da sei voti. In questi casi quasi sempre è necessario un riconteggio, oppure ci sono ricorsi legali.

Ma il motivo principale per cui i risultati tardano è spesso legato alla legge elettorale della California, che permette di considerare valide le schede inviate per posta che arrivino entro una settimana dal giorno delle elezioni. Varranno quindi i voti che arriveranno entro martedì 12, e fino ad allora, in caso di distacchi ridotti, non sarà possibile definire con certezza un vincitore.

16:077 novembre 2024

Gli stati in cui Donald Trump ha stravinto

Ci sono stati in cui Donald Trump non ha solo vinto, ma ha stravinto: in uno dei collegi congressuali del Nebraska, per esempio, ha chiuso con un vantaggio su Harris di 54 punti percentuali, in West Virginia di 42, in Wyoming di 46. Sono tre stati profondamente Repubblicani, ma i distacchi sono più ampi che in passato. In Texas ha ottenuto il miglior risultato per un candidato del Partito negli ultimi 20 anni: i Repubblicani nello stato vincono dagli anni Ottanta, ma ci si aspettava che l’avrebbero fatto con un margine molto più ridotto, invece è stato notevole (+14).

Al contrario, il risultato per Kamala Harris è stato deludente anche in alcuni stati in cui i Democratici vanno normalmente benissimo. Per esempio a New York, dove ha ottenuto il risultato peggiore dal 1992, o nel New Jersey, dove Joe Biden nel 2020 vinse con 16 punti di vantaggio, mentre Harris ne ha ottenuti soltanto 5. In Illinois ci si aspettava una vittoria larga, ma il margine è stato solo di 8 punti.

15:197 novembre 2024

In Texas la contea di Starr racconta come è cambiato il voto latinoamericano

Nelle ultime elezioni c’è stato un notevole aumento dei voti del partito Repubblicano fra le persone di origini latinoamericane, che peraltro in alcune zone del paese e in alcune contee sono già la maggioranza della popolazione. Il caso della contea di Starr lungo il confine meridionale del Texas è esemplare. La contea di Starr è composta al 97% da latinoamericani e dal 1892 ha votato sempre per i Democratici, ma alle ultime elezioni il 57% ha votato per Trump, che ha vinto con un vantaggio di sedici punti percentuali su Kamala Harris.

(Photo by Rebecca Noble/Getty Images)

È il peggior risultato dei Democratici in un’elezione presidenziale, ma lo spostamento verso destra era un processo già in atto: nel 2016 la candidata democratica Hillary Clinton aveva vinto in questa contea con il 79% dei voti, nel 2020 Biden aveva vinto solo con il 52% contro il 47% di Trump, e nelle elezioni di metà mandato del 2022 la contea di Starr aveva eletto per la prima volta una candidata Repubblicana al Congresso, che aveva condotto una campagna trumpista. La contea di Starr confina direttamente con il Messico, per cui in questo territorio il messaggio anti-immigrazione di Trump è risultato molto condiviso, come in tutto il resto del sud del Texas (che storicamente vota Repubblicano).

L’ostilità nei confronti dell’immigrazione irregolare non è l’unico motivo che ha determinato lo spostamento a destra della popolazione latinoamericana, un fenomeno che ha riguardato diversi altri stati. Trump ha puntato molto su economia e riduzione  dell’inflazione: sono argomenti molto sentiti da questa fascia di popolazione particolarmente giovane e quindi più colpita dalla crisi economica. Diversi analisti notano come i valori e convinzioni dell’elettorato latinoamericano su temi come famiglia, religione e aborto siano più vicini alle proposte di Trump che a quelle di Harris. Fra i latinoamericani poi c’è una forte componente di non laureati, un settore demografico decisamente più favorevole ai Repubblicani.

14:547 novembre 2024

Gli stati che Trump ha “flippato” per vincere

Come è noto Donald Trump ha vinto le elezioni perché ha ottenuto la vittoria in cinque dei sette stati in bilico: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia e North Carolina. Gli altri due, Arizona e Nevada, non sono ancora stati assegnati: nel primo il risultato è ancora incerto, mentre il secondo è molto probabile che andrà ai Repubblicani. 

Alcuni di questi stati, nonostante a queste elezioni il risultato fosse incerto, hanno in realtà una lunga tradizione di voto Democratico, tanto che potevano essere considerati parte del Blue Wall (il “muro blu”, dal colore del partito), una regione che costituiva un bacino di voti sicuri. Per questo negli Stati Uniti si dice che in questi stati Trump ha fatto un flip, un termine che nel gergo politico statunitense indica il passaggio di un seggio o di uno stato da un partito all’altro.

La Pennsylvania, il più importante tra gli stati in bilico quest’anno, votava Democratico dal 1992 con una sola eccezione: l’elezione del 2016, in cui sempre Trump vinse contro la democratica Hillary Clinton. Lo stesso discorso vale anche per Michigan e Wisconsin (che votava Democratico dal 1988).

L’Arizona, che fa parte della Sun Belt nel sud degli Stati Uniti, fino a qualche anno fa era invece considerato uno stato saldamente Repubblicano. Ha votato conservatore in tutte le elezioni dagli anni Cinquanta a oggi, con due sole eccezioni: il 1996, in cui Bill Clinton riuscì a strapparla al Repubblicano Bob Dole, e il 2020, quando Joe Biden vinse contro Donald Trump di pochissimo.

14:477 novembre 2024

Quanto potere avrà Robert Kennedy Jr.?

Nella nuova amministrazione di Donald Trump dovrebbe avere posto anche Robert Kennedy Jr., ex candidato indipendente alla presidenza che si è ritirato a fine agosto dando il proprio sostegno a Trump. Il prossimo presidente aveva detto domenica che Kennedy Jr. avrebbe avuto un «grande ruolo» e che avrebbe potuto «scatenarsi sulla sanità», senza specificare ulteriormente la definizione della prossima carica.

Robert F. Kennedy Jr. (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)

Il prossimo ruolo di Kennedy Jr. ha già suscitato preoccupazioni in gran parte della comunità medica e scientifica: è infatti uno dei principali esponenti del movimento antivaccinista statunitense e sostiene da almeno vent’anni varie teorie complottiste e antiscientifiche.

In un’intervista alla rete radiofonica (e testata online) NPR, Kennedy Jr. ha detto che il suo ruolo non è ancora stato definito, ma che Trump gli ha dato alcune istruzioni, fra cui «eliminare la corruzione» dagli enti di controllo medico e «porre fine all’epidemia di malattie croniche con un impatto misurabile entro due anni». Kennedy Jr. ha detto che non toglierà «i vaccini a nessuno», ma che vuole che gli americani facciano una «scelta informata», una formulazione che spesso precede richieste di eliminazione dell’obbligo dei vaccini, anche quelli infantili.

In questi giorni Kennedy Jr. ha anche detto che interi dipartimenti della Food and Drug Administration (FDA), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dovrebbero essere chiusi: «ad esempio il dipartimento dell’alimentazione non sta facendo il suo lavoro, non protegge i nostri bambini».

14:067 novembre 2024

Joe Biden oggi farà un discorso alla nazione

Dopo la vittoria elettorale di Donald Trump il presidente degli Stati Uniti Joe Biden terrà oggi un discorso alla nazione, alle 11 ora di Washington (le 17 in Italia). Biden già ieri ha telefonato a Donald Trump per congratularsi e l’ha invitato alla Casa Bianca per discutere del passaggio di poteri. Lo staff del presidente ha detto che la data non è stata ancora fissata.

13:527 novembre 2024

Anche stavolta ci sono teorie del complotto, ma Democratiche

Come era già accaduto in seguito alle elezioni del 2020, anche quest’anno sui social si stanno diffondendo alcune teorie del complotto sul risultato delle elezioni negli Stati Uniti. Questa volta sono diffuse da alcuni sostenitori Democratici, ma diversamente da allora non sono state in alcun modo sostenute dalla candidata sconfitta Kamala Harris (come invece fece Trump con il movimento che poi culminò con l’assalto al Congresso, il 6 gennaio 2021).

Molti dei post complottisti hanno usato l’hashtag #DoNotConcedeKamala (cioè «Non riconoscere la sconfitta, Kamala») e contenevano frasi come «math isn’t mathing» («la matematica non sta matematicando»). Mercoledì mattina la frase «Trump cheated» («Trump ha barato») era un trending topic su X, come ha spiegato a Wired il CEO di NewsGuard, l’estensione per browser che permette di riconoscere le notizie false sui social.

La più popolare di queste teorie del complotto riguarda la presunta “sparizione” di venti milioni di voti, cioè di quelli che Kamala Harris avrebbe preso in meno rispetto a Joe Biden nel 2020. In realtà il significativo numero di voti in meno si spiega semplicemente col fatto che quando la teoria ha iniziato a diffondersi molti stati non avevano ancora finito di contare le schede.

Nonostante questo, secondo i sostenitori di Harris l’ammanco di voti sarebbe invece un indizio del fatto che Trump ha barato, mentre secondo quelli di Trump che l’accusa di brogli alle elezioni del 2020 sarebbe fondata.

11:347 novembre 2024

Tredici candidati Democratici al Senato hanno preso più voti di Kamala Harris

Dopo le prime analisi parziali sul voto (in vari stati si stanno ancora contando le schede) il New York Times sottolinea come tredici candidati e candidate dei Democratici al Senato abbiano ottenuto risultati migliori di Kamala Harris nei loro stati. Ci sono quindi stati elettori che hanno votato per i Democratici al Senato ma non per la candidata presidente. Fra questi il risultato migliore è quello di Amy Klobuchar in Minnesota, che ha superato Harris di 12 punti percentuali. Klobuchar ha vinto ed è stata eletta, ma ci sono anche candidati che hanno perso, come Sherrod Brown in Ohio. È stato sconfitto da Bernie Moreno per 4 punti percentuali, mentre Harris in Ohio ha perso contro Trump per 11.

Su questi conti può aver influito però anche un maggior sostegno fra i Repubblicani per Donald Trump rispetto ai candidati al Senato nello stato.

La tabella del New York Times

11:137 novembre 2024

Più donne del previsto hanno votato per Trump

In queste elezioni si riteneva ci fossero varie ragioni per cui attendersi un sostegno piuttosto netto dell’elettorato femminile per Kamala Harris e il partito Democratico. Fra i vari fattori venivano segnalati la questione dell’aborto, che è stata centrale dopo la sentenza della Corte Suprema del 2022, i commenti misogini e sessisti fatti da Donald Trump, J.D. Vance e dai loro sostenitori, e la possibilità di eleggere la prima donna presidente.

Le donne hanno votato effettivamente in maggioranza per Harris, ma in misura minore rispetto alle aspettative e anche in confronto ad altri candidati Democratici del passato. Secondo gli exit poll Harris ha ottenuto un vantaggio su Trump del 10 per cento tra le donne in generale, meno di Hillary Clinton nel 2016 (13 per cento) e persino di Joe Biden nel 2020 (15 per cento). È un dato notevole, anche perché da tempo negli Stati Uniti e altrove si discute di un crescente gender gap nel voto, ovvero di un generale spostamento delle donne verso posizioni e partiti progressisti, mentre gli uomini si avvicinano ai conservatori.

Una sostenitrice con una spilla di Donald Trump (AP Photo/Rebecca Blackwell)

Ci sono altri dati interessanti sul voto delle donne. Le donne bianche hanno votato per Harris più di quanto avessero fatto per Biden o Clinton (anche se storicamente la maggioranza dei loro voti va ai Repubblicani ed è stato così anche quest’anno). Trump invece è riuscito a migliorare il suo consenso tra le più giovani (dal 33 per cento del 2020 al 40 per cento di oggi). Harris ha avuto risultati peggiori tra le donne latine: ha vinto con un margine su Trump del 24 per cento, contro il 44 per cento di Clinton nel 2016. L’unico segmento dell’elettorato femminile che ha votato in modo netto per Harris è quello delle donne afroamericane, di cui ha ottenuto l’85 per cento dei voti, sempre secondo gli exit poll.

10:317 novembre 2024

Il giorno dopo le elezioni lo stato d’animo dei sostenitori Democratici e Repubblicani è molto diverso.

Una sostenitrice di Kamala Harris durante il discorso con cui ha riconosciuto la sconfitta alla Howard University, a Washington. (AP Photo/Jacquelyn Martin)


Sostenitori di Donald Trump a Lords Valley, in Pennsylvania (AP Photo/Robert F. Bukaty)

10:147 novembre 2024

Perché ha vinto Donald Trump, su Globo

Nell’ultima puntata di Globo, il podcast di esteri del Post, il vicedirettore del Post Francesco Costa parla con Eugenio Cau delle ragioni della vittoria di Trump alle elezioni americane: cosa ha sbagliato Kamala Harris, perché gli americani continuano a votare per Donald Trump, l’eredità di Joe Biden, cosa succederà alla democrazia negli Stati Uniti. È una puntata in cui cerchiamo di andare oltre la cronaca di questi giorni, per dare qualche prospettiva e qualche chiave di lettura.