Sant’Ignazio nello spazio
31 luglio – Sant’Íñigo López Loiola, AKA Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti (1491-1556)
Sant’Ignazio di Loyola certe volte in cielo vola.
Vola in alto nello spazio, di Loyola Sant’Ignazio.
La sua chiesa del Gesù, questo è un fatto ignoto ai più,
è una nave aerospaziale, Sant’Ignazio generale.
Sopra il ponte sta alla barra Sant’Ignazio di Navarra:
ha la rotta bene in mente Sant’Ignazio l’ubbidiente.
Passa svelta tra le fratte, schiva rapida il Soratte
poi fa tappa su Titano, Sant’Ignazio, a far metano.
Passa Sirio e Aldebaran, di Loyola Ignazio San
finché arriva a un pianetino, Sant’Ignazio il loyolino.
Quivi atterra su un sentiero, Sant’Ignazio il papa nero
che conduce senza indugio San Loyola, il gran segugio,
a un villaggio degli alieni (Sant’Ignazio, tu li alleni)
pien di gioia e di allegria, Sant’Ignazio di Azpeitìa.
Lo salutan con passione: “Ciao Ignazio gesuitone!
Sei venuto su dal Lazio, di Loyola sant’Ignazio?
È di certo un lungo viaggio, Sant’Ignazio, che coraggio…
Vieni dentro a far baldoria, Ad Maiorem Dei Gloriam.
C’è la birra fredda in frigo, Di Loyola Sant’Inigo,
carne ai ferri col tabasco, caro Ignazio, santo basco.
Mangia un po’, tirati su, Sant’Ignazio del Gesù,
hai bisogno di conforto, hai una faccia… sembri morto”.
“Grazie no” fa San Loyola, protettore della scuola,
del maestro e dell’allievo, “io non mangio più, né bevo”.
“Un cadavere son già, senza orgoglio o volontà,
marionetta in mano a Dio è Sant’Ignazio, ovvero io”.
“Se ora vengo qui dal Lazio” poi prosegue Sant’Ignazio,
“è per controllare che siate santi come me”.
Ora è lì che li ispeziona, Sant’Ignazio di Pamplona.
“Dunque, dite, come va? procedete in castità?
Seppelliste i vecchi vizi? Avete fatto gli esercizi?”
Un silenzio imbarazzante è intorno a Ignazio il comandante.
Parla infine un piccolino: “Sant’Ignazio, è assai carino
che tu t’interessi tanto, di Loyola Ignazio Santo,
alle nostre virtù e ai vizi. Tuttavia i tuoi esercizi
non li abbiamo fatti mai! Non siam mica in Paraguay”.
Ci rimane qui un po’ male, Sant’Ignazio lo spaziale,
dice: “Attenti, amici, al poi: Cristo è morto anche per voi”.
Gli risponde un altro alieno, sempre garrulo ed ameno,
“Sant’Ignazio, invece no. Ci pensammo un altro po’.
Quindi concludemmo che – Sant’Ignazio, pensa te,
tu perdonaci se puoi – Cristo non morì per noi”.
“Ma il peccato originale?” “Sant’Ignazio, non ci cale,
né una parte né del tutto, perché quel famoso frutto
noi non lo mangiammo mai, Sant’Ignazio, o non lo sai?
È lì ancora giù in campagna, Sant’Ignazio della Spagna,
sul suo albero speciale, che è del Bene e che è del Male.
Non lo trova interessante, Sant’Ignazio comandante?”
Fa la faccia sbalordita, Sant’Ignazio il bel gesuita;
non se l’aspettava più, Sant’Ignazio del Gesù.
“Dunque voi, poveri alieni, sempre liberi e sereni,
voi vivreste – è straordinario, Sant’Ignazio missionario –
in un Eden primigenio?” chiese Ignazio, un vero genio…
“Certo Ignazio, che è così”. “Che ci faccio allora qui?”
“Questo a noi sembra evidente, Sant’Ignazio combattente:
se sei giunto fin quassù, te lo meriti anche tu.
Ora mangia e bevi, dai, Sant’Ignazio! In Eden stai!
C’è la caipirinha in frigo! Dacci dentro, Sant’Inigo!
Mangia finché non sei sazio! Sei nell’Eden, Sant’Ignazio!”
“Grazie, fame non ne ho”, Sant’Ignazio declinò.
“Come vuoi, contento tu, Sant’Ignazio del Gesù”.
“Qualcos’altro allora c’è che possiamo far per te?
Dicci pur senza rancore, Sant’Ignazio superiore!”
“Non vorrei chiedere troppo”, lor risponde il santo zoppo.
“Ma quell’albero da frutto, con il Bene il Male e tutto,
dite, è assai da qui lontano?” chiede Ignazio il capitano.
“Tu prosegui pel sentiero Sant’Ignazio, papa nero,
se biforca prendi il destro, Sant’Ignazio, gran maestro.
In due ore se son tante, Sant’Ignazio claudicante,
lo vedrai in fondo alla gola, protettore di Loyola”.
S’incammina per la via Sant’Ignazio di Maria,
ché veder vuol l’alberello, non un altro, proprio quello.
Ora Ignazio ha alato il piede – è un miracolo di fede!
Tanta è la curiosità che di corsa andando sta.
Finché in fondo a quella china, Sant’Ignazio di Messina,
intravede nel fondale l’alberello a noi fatale.
Non c’è dubbio, eccolo lì, San Loyola Ignazio di:
con la frutta sua proibita… è proprio quello, san gesuita.
A vederla è assai invitante, Sant’Ignazio comandante:
tanto che il buon fondatore… sente sorgere un languore.
Sant’Ignazio, lo sa ognuno, è un campione di digiuno:
è un esempio di ascetismo il fondator del gesuitismo.
Ma proprio a causa di ciò, non mangiando già da un po’
cominciò qui a salivare, Sant’Ignazio il militare.
E un boato dalla pancia, Sant’Ignazio portalancia
echeggiò siccome un tuono, Sant’Ignazio del perdono.
Si considera il gesuita per principio un morto in vita
che si ciba di virtù, pane secco e poco più.
Mangia meno dei colombi Sant’Ignazio, il prete zombi
ma morir davvero qui… non è l’ora… non così!
Per la bassa glicemia? Sant’Ignazio di Azpeitìa,
forse a causa del delirio, non lo trova un gran martirio.
E la mela è lì a portata… Sant’Ignazio l’ha adocchiata
pensa: “in fondo non è mica quella d’Eva, quella antica”.
“Siamo su un altro pianeta” pensa Ignazio, il santo asceta
“Questa mela, se è proibita, è agli alieni, no a un gesuita”.
Ha risolto il suo conflitto, di Loyola il Santo invitto
e si allunga verso un ramo, Sant’Ignazio, nuovo Adamo.
Ha la mela in mano già, Saint Ignace de Loyolà
quando echeggia la vallata di una limpida risata.
Che sorpresa, che spavento! Sant’Ignazio, prete attento
va in iperventilazione, dei gesuiti il gran campione.
Poi sussurra, “S-scusa Dio, sono Ignazio, proprio io.
Il tuo servo più indifeso. Non so proprio che mi ha preso.
Forse or ora fui tentato”, Sant’Ignazio è disperato,
“dal nemico più tenace… a me la mela neanche piace”.
Qui riprende la risata, sempre meno controllata,
“Sant’Ignazio, ah hah hah hah! Se la mela non ti va
mangia pere, o pesche o cocco, Sant’Ignazio! Che pitocco!
Ci cascasti proprio in pieno!” Questa voce ha accento alieno.
Sbuca infatti da una grotta degli indigeni la frotta,
Tutti quanti fan “Cucù!” a Sant’Ignazio del Gesù.
“Sant’Ignazio, era uno scherzo! Non sei il primo e neanche il terzo
che passando paga il dazio – facci il callo, Sant’Ignazio.
Quando arrivan missionari (no, non sono affatto rari)
noi leggiamo i loro miti e ne siamo divertiti.
Quindi li mettiamo in scena, il nostro estro ci scatena
per burlarli e farne strazio – è il nostro hobby, caro Ignazio.
Dai, non prendertela troppo, Sant’Ignazio, vecchio zoppo,
non te lo faremo più, Sant’Ignazio del Gesù!
Mangia adesso e bevi, dai, Sant’Ignazio, non vorrai
qui svenire per davvero, Sant’Ignazio condottiero!”
Tace un poco, piglia fiato, Sant’Ignazio sconsolato;
poi riprende un po’ il colore, Sant’Ignazio il fondatore,
e li apostrofa: “Meschini!” (Sant’Ignazio, che combini?)
“Prava e lurida genìa!” (Sant’Ignazio, fuggi via!)
“Refrattaria al buon messaggio” (Sant’Ignazio, che coraggio…)
“In inferno certo andrà, se in inferno non è già!”
Gli risponde il capo alieno: “Sant’Ignazio, nientemeno?
Se l’inferno è questo qui, ci va bene anche così.
Non c’è angoscia né malanno, si sta bene tutto l’anno
da mangiare in quantità… Sant’Ignazio, resta qua”.
Scappa senza esitazione dei gesuiti il gran campione
non lo tenteranno più, Sant’Ignazio del Gesù.
Da quel dì non l’han più visto, Sant’Ignazio servo in Cristo
la sua nave ormai è sparita, Sant’Ignazio il gran gesuita.
Sant’Ignazio di Loyola forse è ancora in cielo, e vola
vola in alto nello spazio… è Loyola, il Sant’Ignazio.