Come saranno le primarie per i parlamentari
La Direzione è durata veramente poco. Mi aspettavo di fare notte e invece in un paio d’ore, voilà, tutto chiuso e deciso.
Abbiamo un regolamento per le primarie per i parlamentari: per candidarsi ti deve invitare la Direzione Provinciale, a meno che tu non sia un parlamentare uscente o uno che ha raccolto il 5% delle firme degli iscritti tra stasera e venerdì alle 20 (cioè Superman: in questo caso è possibile che tu vinca le primarie, sia eletto e faccia pure una discreta carriera come supereroe).
I 47 capilista e il 10% dei candidati (e quindi una discreta quota degli eletti, c’è chi dice il 40%) saranno scelti da una commissione composta dal vicesegretario del Partito, dalla Presidente del medesimo, dai presidenti dei gruppi parlamentari, dal coordinatore della segreteria, da 3 parlamentari scelti dal Segretario, dalla coordinatrice delle donne, dal segretario dei giovani, dal presidente della conferenza delle Regioni (Vasco Errani), dal Presidente dell’ANCI (Graziano Delrio).
Dario Franceschini nel suo intervento ha detto una cosa secondo me condivisibile, e cioè che va bene che una parte dei parlamentari non sia solo espressione dei territori ma che rappresenti delle competenze specifiche, sia tecniche che politiche. In fondo in parlamento non si deve solo rappresentare i territori ma anche fare le leggi, il che richiede necessariamente delle conoscenze tecniche. Anche quelle oscure di chi fa un lavoro magari ignoto ma molto prezioso in commissione. Poi Franceschini ha anche detto un’altra cosa che mi trova d’accordo, e cioè che noi del PD dovremmo insistere sulle nostre virtù piuttosto che sui nostri limiti, ed è vero che queste primarie sono un bel colpo, rispetto al Porcellum. Per non parlare dell’impegno di portare un 40% di donne in parlamento, che sarebbe veramente fantastico.
Tutto bene, dunque? No. A cominciare dalle date estremamente inconsuete (attenzione: 29 “o” 30 dicembre, non 29 “e” 30 dicembre: dipenderà dalle regioni quale sarà la data, se sabato o domenica) in cui le primarie si terranno. Ma sempre infinitamente meglio del Porcellum come lo abbiamo usato 5 anni fa, questo è sicuro, e meglio di quello che faranno gli altri partiti, Grillo incluso.
Capitolo deroghe: i 10 derogati – tra cui Bindi, Marini, Finocchiaro, Fioroni, Garavaglia – faranno tutti le primarie. Le deroghe sono passate con 3 voti contrari e 3 astenuti su forse 150 e più presenti. Io ho votato a favore. Perché sinceramente penso che il tema di un rinnovamento radicale e chirurgico sia stato già affrontato durante le primarie tra Bersani e Renzi e risolto in modo inequivocabile dagli elettori. La nostra posizione sul tema l’abbiamo affermata in modo cristallino sostenendo Matteo e il suo piano per la “rottamazione”. Abbiamo perso, toccava oggi a Bersani spiegare fino a che punto la sua idea di rinnovamento si spinge: lui è il nostro candidato premier e, secondo me, forte com’è oggi di un mandato popolare, non avrebbe avuto senso per noi respingere in Direzione (dove i “renziani” sono meno di 10) la sua proposta di avere queste persone nel team. Avremmo potuto autorizzare 32 deroghe, le deroghe sono state 10 e sono mancati all’appello personaggi come Livia Turco, Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Marco Follini, solo per nominarne qualcuno. Penso che Renzi abbia una notevole parte del merito in questo e penso che il resto sia una questione fiduciaria del Segretario, a questo punto.
Archiviata la Direzione, vediamo il da farsi. Cercherò di capire se la Direzione Provinciale di Milano vorrà candidarmi (dato che io, notoriamente, non sono Superman e solo al pensiero di trovare 500 firme in 48 ore mi viene l’avvilimento) e poi vediamo se sia il caso di correre. Ma questo, per essere franco, è un problema di cui mi occuperò domani.