Un paio di ragioni per cui sto nel PD
Non sono davvero un fan di Ferrandelli e continuo a pensare che la candidatura di Rita Borsellino a sindaco di Palermo avrebbe avuto un impatto simbolico e culturale enorme. Rita Borsellino su quella poltrona sarebbe stato un messaggio planetario di rinascita civile e finalmente la vittoria visibile dello Stato e delle istituzioni sulla mafia e sulla cultura mafiosa. E tuttavia penso che IdV e Sel – che prima fanno le primarie, poi, se non le vincono, si rimangiano la parola – procurano un danno enorme alla democrazia e alla partecipazione.
Mi si chiede spesso – qualche volta in modo provocatorio, qualche volta per genuina curiosità – perché io stia nel PD. Questo caso dimostra in modo molto chiaro un paio delle ragioni per cui milito nel mio partito: la prima è che credo nella democrazia e nella politica (con tutte le sue magagne e tutti i suoi difetti) e la seconda è che noi (con tutte le magagne e tutti i nostri difetti) ci chiamiamo democratici non a caso. Se chiediamo la partecipazione, poi la rispettiamo. E quando alle primarie vince un candidato che non è quello che avremmo scelto, poi quello è il nostro candidato. Vedi Pisapia a Milano o Zedda a Cagliari. E oggi Doria a Genova, e anche Ferrandelli a Palermo.
Le primarie non risolvono i problemi politici. L’ambiguità della nostra politica in Sicilia e gli occhiolini a Lombardo andavano risolti prima e considerati quello che erano: inaccettabili entrambi. Dopodiché, una volta che si rimette ai cittadini una decisione, quella è la decisione. E se non si è riusciti a risolvere i problemi politici, o peggio ancora non si è riusciti ad organizzare delle primarie serie e non inquinate, qualcuno se ne deve pure assumere la responsabilità politica. L’alternativa è la disfatta, come abbiamo visto qualche tempo fa in quel di Napoli.