Due sposi a Napoli nel 1978
Da qualche giorno sono il fortunato erede di una collezione di Gente e Oggi. Tutte le annate fra il 1978 e il 1983. Quasi 600 numeri, dal formato alto, sottile e flessuoso. Con la testatina rossa su campo oro o bianco. Belli, proprio bellissimi. Erano rimasti dentro l’armadio di un appartamento – in zona Città Studi, a Milano – dove un amico si è da poco trasferito con la famiglia. In questo momento le riviste sono chiuse dentro due scatoloni e in parte sparpagliate nel piccolo ambiente in cui vivo.
Mentre scrivo ne vedo una copia aperta sul tappeto, con Carlo e Diana a tutta pagina, e un’altra con questo strillo in sommario: “Balordi, cretini e travestiti nelle discoteche di Roma e Milano”. Per tutto il weekend non ho fatto altro che sfogliare, fermandomi ogni tanto per leggere qualche pezzo da capo a fondo. La medium che compone al pianoforte sotto dettatura degli spiriti di Liszt e Chopin, l’attrice eroinomane con gli occhi da gatta, il principe che vive per strada con una discendente di Goffredo Mameli. E l’intervista esclusiva alla mamma di un terrorista rosso. Qualcuno dovrebbe collegare in un’opera d’arte tutte queste storie.
Tra queste vicende ce n’è anche una che incrocia la cronaca di questi giorni. Lui e lui sposi a Napoli, nel 1978. Uno è soprannominato a’ Russolella – in abito da sposa – l’altro Là Là. La folla assedia il passaggio di una stupenda Mercedes bianca. Le facce sembrano gioire, ma al tempo stesso schernire la sposa. Partecipano, tuttavia, con una felicità che è già una forma d’intelligenza superiore a molte battute di Carlo Giovanardi. Eppure, data questa ambivalenza che mi sembra di osservare, chissà che cosa penserebbero oggi molte di quelle persone del DDL Cirinnà. La didascalia al servizio avverte: “Naturalmente la cerimonia è inesistente per l’anagrafe”. C’era anche una troupe della RAI al matrimonio. Sarebbe bello se Blob recuperasse il filmato.