Storia di un thread
Giovedì scorso, 3 aprile, ho ricevuto un messaggio. Nel messaggio c’era un link a una pagina Facebook, chiamata Vera Sinistra, dove compariva un post con l’esclamazione «BECCATO IL TROLL PIDDINO!», illustrato da questa immagine:
Il post si riferisce ad un episodio di contestazione accaduto a Roma, quello stesso giorno, ripreso dall’operatore Alexander Jakhnagiev dell’agenzia televisiva parlamentare Vista e poi diffuso su Repubblica. Bersaglio della contestazione è il deputato toscano del Movimento 5 Stelle Massimo Artini. L’autore è invece Rocco Carlomagno, cioè l’uomo che compare nelle due foto riprodotte nell’immagine. In modo molto nervoso e diretto il contestatore rimprovera al deputato, e per esteso agli eletti del Movimento 5 Stelle, di non aver voluto proporre nomi a Napolitano in vista di un nuovo esecutivo. Scorrendone il profilo Facebook sembrerebbe di capire che Carlomagno è un elettore dell’M5S. Un elettore estremamente critico e vivace. Spesso poco chiaro, nell’esposizione, di sicuro indipendente. Nella foto profilo, curiosamente, appare accanto a Massimo D’Alema. Questa circostanza viene eletta, sulla pagina di Vera Sinistra, a prova di un fatto: Rocco Carlomagno non è un elettore dell’M5S, ma un ‘TROLL PIDDINO!’. Un uomo manovrato oppure prezzolato. Uno scagnozzo di partito che si presta a questo genere d’imboscate. Per poi dichiararsi su Facebook un elettore del Movimento 5 Stelle, ma dimenticando, incredibilmente, di rimuovere quella foto profilo con Massimo D’Alema. Evidentemente si fatica a considerare la possibilità di critica, se non come frutto di un complotto.
Qualche commento:
«bhe non ci voleva molto a capirlo…sono tutti dei COGLIONI quelli la,venduti e LECCA CULO».
«bastardi !»
«Stronzi ….questi piddini !!!»
«Non sono stronzi, sono piddini»
«Sono vergognosi, non sanno più cosa fare e si SPACCIANO per gente che ha votato per il movimento, solo per denigrarli in televisione solo perchè LORO sono degli incapaci!»
«Il primo troll “fisico”…mai vista una cosa del genere. Cose da PD…»
«SUPERSPUTTANAMENTO. Fai una cosa giusta adesso troll del pd: AMMAZZATIIIIIII»
«Colpi mancini ops da sinistra»
«un verme….deve essere schiacciato!!!!!!!!!!!!!!!!!»
E così via. Non sono moltissimi, i commenti, neppure 50. Le condivisioni sono invece tantissime: più di 1530. Rocco Carlomagno diventa la smoking gun di una intera teoria politica: il Partito Democratico, nella sua totalità, consiste in un blocco antropologico di luridi doppiogiochisti, gente senza scrupoli che, mediante l’accordo di dirigenti e militanti, nel ruolo di mandanti ed esecutori esemplarmente raffigurato nella foto di D’Alema e Carlomagno, organizza agguati per strada allo scopo di screditare il partito avversario. Una rappresentazione quasi gangsteristica – ricorda l’anticomunismo fobico degli anni ’50 – che schiaccia sullo stesso criminale piano indistinto dirigenti e militanti, e che, diversamente da una critica anche implacabile e spietata, offre del PD una rappresentazione oggettivamente fuori scala, accecante, grottesca e 1530 volte condivisa. C’è, inoltre, un dettaglio: Rocco Carlomagno è un giornalista freelance. È quanto dichiara di sé nelle informazioni sulla sua pagina Facebook. Quella foto con D’Alema è stata scattata al termine di un’intervista. Ma soprattutto, se proprio quella faccia non vi dice niente, è sufficiente googlare “Rocco Carlomagno” per trovare il video di una lite con Ignazio La Russa, che il 10 marzo 2010 venne postato sui principali siti d’informazione, facendo il giro della rete.
Eppure non viene fatto nessun riferimento a questo dato di cronaca e biografico, accessibile con la più basica delle operazioni internet. Il profilo di Carlomagno, arricchito di questo dettaglio passato, ne risulterebbe più tondo, più contrastato e complesso, meno manipolabile. A meno che non si voglia pensare che anche allora fosse stato mandato da D’Alema. Al contrario, la furia e la foga espressi nella costruzione di questi pezzi di artigianato grafico digitale, e nella confezione delle relative notizie, inibiscono la curiosità intellettuale e il piacere, dovere di approfondire.
La faccia di Rocco Carlomagno, nella immagine costruita da Vera Sinistra, è cerchiata di rosso. Il nome è scritto in maiuscolo: «Potete trovarlo qui su Facebook: ROCCO CARLOMAGNO». Inchiostro rosso su campo giallo. La foto profilo è stata compressa e allungata facendo pressione col cursore sugli angoli, fino a fare di lui e D’Alema una coppia trasfigurata di fisionomie altre da noi, eccentriche e oblunghe. È il vernacolo grafico della rete. Il reperto di un modo di comunicare, di generare contenuto e opinione, totalmente pazzo, approssimativo quanto enormemente diffuso e spalmato. La stessa approssimazione arrogante che ha spinto la pagina in questione ad autoproclamarsi Vera Sinistra. Circolano in rete centinaia di meme di Enrico Berlinguer e Pier Paolo Pasolini: due intellettuali del ‘900 trasformati in digitali deità piangenti che ti fissano dalla bacheche. Nell’espressione Vera Sinistra c’è lo stesso sapore ulteriore: un twist di nostalgia reazionaria che si aggiunge a una rabbia imputridita e al rifiuto della ragione.