Oltre i confini
di Guido Gazzilli
Lampedusa è l’isola più a sud d’Italia, è piccola e conta solo 6.300 abitanti. Oggi è uno dei più importanti accessi all’Europa. Sono arrivato a Lampedusa per la prima volta 3 anni fa, documentando gli oltre ventimila arrivi di immigrati che fuggivano dalle loro terre distrutte da guerre e segnate da rivoluzioni, per poi tornare dopo qualche mese.
Ciò che mi ha colpito durante i soggiorni sull’isola è stata la reazione della gente “locale” mentre assisteva a questa invasione.
Gli abitanti, ormai, da 20 anni accolgono esseri umani in cerca di vita con grande solidarietà e in silenzio.
Sono una piccola comunità che ha un grande rispetto per la dignità umana e, soprattutto, ha dimostrato che tra essere umani si può attuare una convivenza pacifica. Persone semplici, ma con un animo profondo come il suo mare, che di fronte alla disperazione non hanno avuto paura ed hanno teso le loro mani. Per questo, l’isola, è stata candidata al Nobel per la pace, un giusto riconoscimento per la gente di Lampedusa, impegnata da anni nell’accoglienza di migranti.
Molte storie andrebbero raccontate, storie di speranze, d’amore e purtroppo drammatiche. Il mio interesse questa volta è sulla gente che abita l’isola e su Lampedusa come territorio di passaggio, di arrivo, di fuga. Le immagini che seguono sono il “diario” delle persone che ho incontrato in questi anni, dei luoghi che ho visitato, delle case in cui sono entrato e di quello che per me Lampedusa e i Lampedusani rappresentano. È il mio piccolo contributo per restituire una minima parte di solidarietà a chi ne ha data tanta senza ricevere nulla in cambio.