Liber(interpret)azione
Il 25 aprile è una data convenzionale, scelta perché fu il giorno della liberazione di Milano e Torino e perché vieniva più o meno in mezzo a quella di altre grandi città italiane (Bologna 21 aprile, Genova 26, Venezia il 28 aprile).
25 aprile significava la fine di venti anni di dittatura fascista, di cinque di guerra e l’inizio di un percorso che ha portato al referendum del 2 giugno 1946.
Oggi significa ancora questo? La parola libertà circola tra discorsi di piazza, giornali, tv, ma anche nella vita quotidiana, essendo in tutto e per tutto un giorno libero dalle occupazioni di ogni giorno, qualsiasi esse siano.
E allora, da domani sera, Host vi chiede di postare una fotografia, di raccontare in un tweet o in un commento, che cos’è stato quest’anno, per voi, il 25 aprile, senza timore reverenziale di costume o retorica: avete partecipato ad un corteo nelle varie piazze d’Italia, a una commemorazione, anche casalinga, con il padre o il nonno partigiano o repubblichino. O è stato semplicemente un giorno di festa in cui avete goduto della libertà di una giornata fuori, un giro in bicicletta o una grigliata, due passi in centro.
Insomma in un gesto, un oggetto fotografato, una frase, raccontateci come avete vissuto la libertà del vostro 25 aprile.
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credits foto: questa fotografia ci è stata mandata da Dida insieme a questo messaggio: “Nonostante non sia un periodo semplice i miei vicini stamattina mi hanno strappato un sorriso e un pensiero positivo con questo cartello appeso all’ascensore. Da stasera porte aperte a tutto il condominio e festa aspettando il 25 aprile. Ci voleva!”
Da qui l’idea per il nostro Host di oggi.