Una storia, in una foto
Nella società dell’immagine tutto è “ritraibile”: perché ogni attimo può essere isolato e fermato in uno scatto fotografico, utilizzando le fotocamere montate su molti degli strumenti che quotidianamente utilizziamo.
E fin dagli albori, la fotografia è servita per “raccontare” la realtà.
Prendiamo Diane Arbus, con le sue foto prepotenti e ricche di meraviglia. O Richard Avedon, con i suoi ritratti che parlano o la Parigi di Doisneau, fatta non solo di baci di fronte all’Hotel de Ville, ma brulicante di vita, tanto da fargli dire: “Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.”
Ispirati dal più importante concorso del mondo, il Word Press Photo, vogliamo soffermarci sulla forza narrativa della fotografia. Guardando gli scatti del premio, non si sa se prevalga la testimonianza o l’opera d’arte: ma, al di là che siano più l’una o l’altra cosa, sicuramente un’immagine può fare la storia. Come le foto dell’allunaggio (vere o false), quella in cui i militari americani issano la bandiera di Iwo Jima (che ha ispirato il cinema) o la foto in primo piano di Sharbat Gula, la donna afgana della famosa copertina del National Geographic (che è stata cercata in lungo e in largo e fotografata 20 anni dopo…): storie, prima che immagini, che raccontano la realtà, storie che generano storie.
E allora questa volta vi chiediamo di scrivere il prossimo HOST non con delle opinioni, ma con delle fotografie. Sì insomma, postate su Twitter o su Facebook, quelle che avete scattato durante la vostra vita e più di altre sono in grado di raccontare qualcosa: e accompagnate tutto con una sorta di micro narrazione di 140 battute massimo.
Sceglieremo 10 foto-racconti che diventeranno il prossimo contributo di HOST e non dimenticate l’hashtag #host, se postate su Twitter. Mentre se volete usare Facebook, scrivete sulla nostra pagina fan.