• di Host
  • Mercoledì 25 gennaio 2012

Tanti auguri a Giorgio Gaberscik

… perché riesce a far incazzare la mia parte migliore: quella che non si è ancora, completamente, arresa.
@galaname

Cominciò a suonare la chitarra come esercizio di rieducazione motoria per ovviare a un brutto infortunio alla mano.
Giorgio Gaber è nato a Milano, il 25 gennaio 1939. Oggi sarebbe il suo compleanno.

Per cominciare a scrivere su HOST abbiamo deciso che parlare di un personaggio come lui potesse essere l’inizio migliore: perché in pochi hanno saputo trasformare, attraverso la propria opera, il modo di leggere il nostro Paese e la realtà che lo circonda.

Siamo partiti dal proporre una canzone, Il Riccardo. L’abbiamo scelta perché pensiamo che un buon motivo per ascoltarlo siano le sue storie, magari molto circoscritte e caricaturali, ma che sanno cantare le abitudini, i tic e le aspirazioni degli italiani.

E poi abbiamo posto una domanda: “Perché ascoltare Gaber oggi?”.

Sembra quasi banale chiederselo. Eppure, da ciò che ci è arrivato da voi, non sembra essere proprio vero.

Greta Bertella ci ha fatto notare che se si deve pensare a come Gaber con la sua opera ha veramente trasformato il modo di vedere il paese, la realtà e noi stessi le venivano in mente cose del periodo successivo a quello de Il Riccardo; le cose scritte con Sandro Luporini; le cose del teatro-canzone; le cose che hanno cambiato il mio modo di vedere le cose. Perché di storie belle, più belle de Il Riccardo, più importanti de Il Riccardo, ce ne sono tante: Gildo; Il cancro; Qualcuno era comunista; Quando è moda è moda; La paura; Il dilemmma; L’illogica allegria e 1981.
Queste storie sono il motivo per ascoltarlo. Perché parlano di te (mica de
Il Riccardo), ti entrano dentro e ti cambiano. Perché quelle storie lì ti sono utili per vivere, ti servono, le mangi. A me, per dire, Il Riccardo, mi cambia mica niente. Il Riccardo non si mangia, ecco.

Flavio Paschetta si riaggancia al punto da cui eravamo partiti scegliendo Il Riccardo: ovvero dall’essenza delle cose. Giorgio Gaber la sapeva vedere anche nella più banale normalità, ed era capace di raccontarla e di renderla “visibile” a tutti.

Anche per Francesco Casati è proprio nelle canzoni popolari che risiede la grandezza di Gaber; lontano dai salotti borghesi che parlavano di rivoluzione, ma incapaci di capire la vita quotidiana delle persone. Una sorta di ballata del verismo che rende la sua critica profonda e non astratta di porsi nel quotidiano e in tutte le sue vicende intime, umane. L’analisi spesso è stata spietata. Ma non c’è miglior modo – come diceva giustamente – che ripartire dalle proprie sconfitte per andare avanti e per migliorare.

Un’espressione in particolare ci ha colpito molto, “Ballata del verismo”: fu la poetica di tutta la vita artistica di Gaber.

Agli inizi della sua carriera cercò il punto di equilibrio fra le influenze musicali americane e quelle francesi, cercando però di ricavarne un qualcosa di inedito che fosse genuinamente italiano. Si fece in seguito portavoce degli ideali sessantotteschi, con canzoni come I borghesi e La chiesa si rinnova, dai quali però si allontanò pochi anni dopo, deluso come Pasolini da ideali diventati pose, considerati più esecrabili persino di quelli da combattere: la canzone Quando è moda è moda può essere considerata, in questo senso, un manifesto.

Che siano ballate del verismo o poesie che hanno veramente trasformato il modo di vedere il paese, la realtà e noi stessi, Matteo Casali ha ragione nel farci notare che Gaber rimarrà attuale perché il suo sguardo è sempre stato proiettato al futuro (ricordate la canzone L’attesa?) . Gli esempi sarebbero tanti. In ogni caso il cantautore milanese ha cercato di analizzare l’uomo e il presente, partendo dall’individuo, dal suo mondo….

Come Jannacci, ci dice Nadia Fiorellini Gaber è tremendamente attuale… incredibile come, dopo 30 anni, le storie si ripetano….

Ed è così.

Per questo ci piace chiudere con il commento di Santa Zattoni che ha un figlio non ancora quindicenne, la cui canzone preferita è  Dall’altra parte del cancello. Dato che é un ragazzino normalissimo, dentro il suo tempo, forse è Gaber che non ha tempo, come tutti i Grandi.: continuare ad ascoltarlo ci sembra un qualcosa di assolutamente attuale.

Host

Nata nel 1994 a Torino la Scuola Holden è una scuola di Scrittura e Storytelling dove si insegna a produrre oggetti di narrazione per il cinema, il teatro, il fumetto, il web e tutti i campi in cui si può sviluppare la narrazione. Tra i fondatori della scuola Alessandro Baricco, attuale preside.