Né buoni né cattivi
Passando in rassegna i giornali di oggi, la guerriglia romana del 14 dicembre sembra aver miglior lettura non come accadimento politico, ma con un vocabolario dei sentimenti tanto complesso che più che governo e istituzioni converrebbe tirare in ballo Umberto Galimberti e Gustavo Pietripolli Charmet. Piazza del Popolo sarebbe stata messa a ferro e fuoco da: “rabbia”, “pessimismo”, “solitudine” e – perché no! – “invidia” per i ricchi, le loro macchine sportive e il loro denaro custodito nelle banche.