Giochi urbani
Torniamo a parlare del disegno delle città. Storicamente lo spazio pubblico delle città si è andato plasmando grazie all’interazione dei suoi abitanti, veri designer urbani. Con il progressivo confinamento dei cittadini all’interno degli spazi privati è venuto meno il loro contributo alla definizione e all’uso degli spazi comuni che la città offre. Le città sono divenute più tristi e inaccoglienti (emblematico il caso delle panchine ovunque scomparse).
Sarà forse anche per queste ragioni che negli ultimi anni si sono moltiplicati gli esempi di una nuova forma di creatività urbana, talvolta definita come “graffiti 3d” o “guerrilla design”, che utilizza la città come una vera e propria tavolozza e che talvolta, come per il Guerrilla Gardening o il Parking Day, da interventi estemporanei si sono trasformati in azioni diffuse e di massa.
Gli spazi interstiziali della città, spazi di passaggio dove nessun amministratore o architetto ha ritenuto significativo intervenire, divengono teatro di interventi eccentrici quanto poeticamente stupefacenti. La città torna ad essere un luogo di meraviglia per quanto temporanea ed effimera, come vediamo nell’ampia raccolta di progetti pubblicata in Urban interventions, edizioni Gestalten. Non distragga tuttavia il carattere spesso ironico e divertente degli interventi. Ogni progetto, ogni installazione ha un suo spirito fortemente sovversivo nell’affermare la possibilità di un’idea diversa della città da come oggi la conosciamo. Zone temporaneamente autonome sorgono qua e là e ci ricordano che basta in fondo poco per vedere da una diversa prospettiva le nostre strade.