La rivoluzione sottovalutata di Raiplay

Di tempo, dall’ultima volta che ho scritto su questo sito, ne è passato. Nel mio ultimo post, ultimo prima di quello su L’ora più buia di Joe Wright, parlavo della crisi/non crisi della critica televisiva, delle dichiarazioni di Campo Dall’Orto e di quello che, mi sembrava, nessuno riuscisse a dirgli/chiedergli – dove sono le vere novità, quando vedremo l’annunciato cambiamento, eccetera.

Da allora sono passati quasi due anni e Campo Dall’Orto non è più direttore generale della Rai. Al suo posto è stato nominato Mario Orfeo, ex-giornalista di Rai1. Ecco, con il senno di poi, rimpiango l’addio di Campo Dall’Orto alla Rai – e, attenzione, lo rimpiango criticamente, consapevole sia dei limiti che dei passi in avanti, talvolta enormi, che è riuscito a fare durante la sua direzione.
Il più importante, probabilmente, è il rinnovamento di RaiPlay, ex-Rai.tv, che da qualche mese – da settembre scorso, più o meno – sta cercando di recuperare il terreno perduto in questi anni dalla Rai in fatto di streaming. È una piattaforma gratuita, a cui si accede – questa è una delle ultime novità, aggiunte solo di recente – previa registrazione. Si possono vedere programmi on demand, altri in diretta; si possono recuperare fiction e altri contenuti già andati in onda. C’è un discreto archivio – qualcosa di cui, ho notato, si conoscono poco le vere potenzialità.

La rivoluzione di RaiPlay, però, è un’altra. E di questa rivoluzione i primi effetti si sono visti proprio dopo le dimissioni di Campo Dall’Orto. Alcune serie tv, a cominciare dalla seconda stagione di Non uccidere, uno di quei prodotti che hanno mostrato un cambiamento netto nella linea editoriale di (una parte di) Rai Fiction, sono state caricate – o, se preferite, pubblicate – online prima della loro messa in onda. Dopo Non uccidere, è toccato all’Ispettore Coliandro e, solo pochi giorni fa, a La linea verticale di Mattia Torre con Valerio Mastandrea e Greta Scarano.
È un passo importante perché significa che internamente, nella Rai, comincia ad esserci una presa di coscienza di un altro mercato, a lungo dimenticato, in cui tantissimi (a cominciare dalle straniere Netflix e Prime Video, ma ricordando anche Sky e Mediaset) stanno investendo e attivandosi. È un peccato, però, che di questo risultato si sia presa coscienza solo troppo tardi (dopo le dimissioni di Campo Dall’Orto, per intenderci); e che ora – vuoi per la lentezza con cui una macchina enorme come la Rai cambia, vuoi pure perché lo streaming resta sempre uno degli ultimi obiettivi dell’azienda pubblica – si rischia quasi di perdere di vista.

In pochi hanno sottolineato come, prima ancora di andare in onda e di ottenere un discreto successo di pubblico (una media sopra il milione e 500 mila spettatori a puntata), La linea verticale di Mattia Torre sia riuscita a imporsi all’attenzione non solo della critica ma pure del pubblico come serie tv in streaming. Parliamo ancora di numeri non comparabili con lo share delle generaliste in prima serata. Ma è un segnale da tenere in considerazione. Perché, come dicevo prima, mostra la vitalità di un settore su cui, per troppo tempo, si è puntato poco. Specie da parte della Rai. Campo Dall’Orto, e di questo bisogna dargli atto, aveva visto una possibilità per la televisione pubblica – e non è un caso che parallelamente allo sviluppo di Raiplay e del cambio di linea editoriale di Rai Fiction la Rai si sia aperta anche ad accordi con Netflix (che ha co-finanziato e che distribuirà la seconda stagione de I Medici in Nord America e in India) e con altri network americani (quello con Hbo per L’amica geniale, serie tv diretta da Saverio Costanzo e tratta dai romanzi di Elena Ferrante).

È la Rai che si guarda attorno. Una Rai che, vuoi o non vuoi, prova a mettersi al passo con gli altri. È una cosa importante, voglio ribadirlo. Perché apre a interessanti novità per il mercato italiano – produzioni pensate unicamente per lo streaming, per esempio; o a una distribuzione sempre più ibrida, prima online e poi offline, secondo le leggi della televisione lineare.

Gianmaria Tammaro

Napoletano convinto dal '91. Scrive di cinema, serie tv e fumetti. Gli piace Bill Murray. Il suo film preferito è Ricomincio da tre.