Buon Natale a chi ha la crisi di mezza età
«Questa cosa di cui parli ha un nome, si chiama crisi di mezza età»: me l’ha detto, come se niente fosse, un amico qualche giorno fa. Sono scettico, però nel dubbio continuo la tradizione degli auguri sul blog augurando buon Natale e buone feste a tutti quelli che hanno (forse) una crisi di mezza età.
Buone feste in particolare a quelli che non si ricordano più perché vent’anni fa hanno cominciato a fare quello che fanno e a quelli che se lo ricordano, ma non è per nulla come avevano immaginato.
Buon Natale a quelli che a 45 anni si sono dati al ciclismo e hanno comprato la tutina fosforescente, le scarpe con l’incastro per il pedale e la domenica vanno non so dove (per favore smettetela) e a quelli che hanno cominciato a fare la maratona (pensateci: se la natura avesse voluto fare di voi Gianni Morandi avreste venduto un milione di dischi a 13 anni).
Buone feste e buon Natale a quelli che quando vedono il cantante degli Spandau Ballet in una qualche trasmissione revival, con quella faccia da salumiere che si ritrova adesso, prima godono un momento e poi subito pensano «cazzo, chissà che faccia c’ho io per chi non mi vede da trent’anni».
E buon Natale a chi subito dopo aver visto il cantante degli Spandau pensa a come dev’essere invecchiata la biondina degli Eight wonder e anche Tracy Spencer (non lo so, magari no, ma non è il punto) e si rende conto che sta facendo esattamente lo stesso giro mentale che facevano quelli che guardavano i revival con Nilla Pizzi quando lui era ragazzino (e loro non proprio).
Buon Natale a quelli che quando guardano Modern Family si identificano con Jay anche se hanno l’età di Phil.
Buone feste a quelli che hanno sbagliato lavoro, l’hanno capito adesso, però almeno hanno fatto i soldi (e mo’ che ci fate, coi soldi?).
Buon Natale a quelli che 30 anni fa avevano il complesso della magrezza e temevano che non li avrebbero presi a fare il militare e che adesso hanno 20 chili in più e maledicono quest’assurda moda delle camicie slim fit e queste giacchette da gorilla che tocca mettere.
Buon Natale a chi per un attimo ha pensato: ma chissà se la spazzola di Bettega funzionava davvero, perché magari…
Buone feste a quelli che si chiedono «ma mio papà la crisi di mezz’età quand’è che l’aveva avuta?» (vi anticipo la risposta: proprio all’età che avete voi adesso, anzi forse un po’ prima).
Buon Natale a quelli che se i 30 sono i nuovi 20 e i 40 sono i nuovi 30, allora i 50 sono i nuovi 40 (suggerisco solo questo: se ci credete e vi fa star meglio va bene, ma non ditelo troppo in giro).
Insomma rimango scettico, ma faccio gli auguri a tutti soprattutto perché, se anche non siamo Napoleone e non rimarremo nei libri di storia, il Natale è la festa della nascita, anzi della rinascita, del ricominciare da capo, che non vuol dire da zero (quindi evitate colori vivaci e non mettetevi in competizione con vostro figlio), ma significa riprendere l’inizio di quel filo che ci porta chissà dove, è la festa che ci tiene in contatto con un inizio permanente (utte le feste dicono questo, quindi festeggiamo, ogni tanto). In fondo, a ben guardare, non esistono mezze età.