Virna Lisi, i candidati molli e gli altri ragazzi del gruppo
Certo sorprende sempre che personaggi dello stesso partito possano periodicamente attaccarsi senza esclusione di colpi e poi stare insieme nelle elezioni successive, ma in fondo ironizzare, come ha fatto D’Alema, su un Renzi Virna Lisi non è il peggiore degli insulti possibili. Finora il tenore degli scambi tra i candidati alla segreteria del PD è stato tutto sommato civile. Altra cosa è vedere i militanti degli uni e degli altri su social, su blog, nei vari luoghi della politica di oggi, che esercitano l’arte dell’attacco al candidato altrui con una foga e una finta ironia degna di miglior causa. Aspettando di capire se il tono degli scontri verbali sul piano personale si alzerà ulteriormente anche tra i candidati – finora abbiamo solo avuto accuse blande, come aver copiato il font del manifesto, o non aver esposto bandiere per trucchi contabili, o come essere fuori dal partito per voti distonici -, si possono ricordare (e per ricordare anche che l’attacco all’avversario dello stesso partito è una tecnica come le altre) alcuni memorabili attacchi in campagne di altri paesi, in particolare la Francia, dove sono più litigiosi di noi.
Nella campagna per le primarie presidenziali francesi Martine Aubry accusa Hollande di essere un fautore della sinistra “molle”. La posizione sembra politica, ma è anche personale, perché Hollande è accusato di buonismo, di scarsa capacità di comando, di non avere alcuna esperienza di governo, addirittura c’è chi parla della sua dieta dimagrante. In sostanza Hollande è accusato di non essere personalmente “presidenziale” (qualche giorno dopo, a primarie perse, Aubry dirà il contrario appoggiando Hollande).
Qualche anno prima Chirac aveva attaccato Sarkozy, che gli stava sfilando il partito ed era suo ministro, di non contare nulla nel governo: Io decido, lui esegue (nel video al minuto 0.55). Sarkozy se la lega al dito, si prende il partito e non fa prigionieri. La storia degli attacchi personali tra i due, con frasi spettacolari, è così lunga che ne hanno fatto anche un film.
A volte le cose però precipitano. La Royal, proprio in una campagna per la segreteria del partito, accusa Martine Aubry di brogli. È l’inizio di un’inimicizia di cui si gioveranno altri. E qualche mese fa, dopo una campagna tutto sommato tranquilla per la segreteria del partito francese di centrodestra, l’UMP, i due contendenti, Copé e Fillon, si dichiarano entrambi vincitori, si accuseranno poi per mesi di brogli, di modi mafiosi, di incapacità, addirittura non riusciranno a parlarsi direttamente, mettendo tutto in mano a avvocati, notabili, commissioni (una specie di PDL senza Berlusconi). Di seguito le dichiarazioni di vittoria di entrambi.
Ma il più bell’attacco in una competizione tra membri dello stesso partito è, nella sua plasticità, quello di Hillary Clinton a Obama, che a suo dire aveva distorto i contenuti delle sue proposte per spaventare i militanti: Shame on you, Barack Obama. Vergognati. Poi diventò la sua segretaria di stato.