Argomentare al bar
Quello di Brunetta e Berlusconi su Mussolini che ha fatto molte cose buone è un argomento da bar, ma pur sempre un argomento; e tanto più pericoloso quanto più si appiglia a un senso comune attuale sulle difficoltà della democrazia, sulla fatica che i sistemi democratici mostrano nell’intervenire efficacemente sulla realtà – soprattutto in Europa. Al di là del calcolo politico, Brunetta e Berlusconi accarezzano però un limite intellettuale appunto da bar, perché è vero che Mussolini non intralciato da estenuanti dibattiti democratici ha potuto costruire la stazione centrale di Milano e i treni arrivavano in orario (dicono), ed è vero che ha inventato il sabato fascista, ma è pur vero che nella stessa logica, secondo lo stesso disegno, ha appoggiato Franco, invaso l’Etiopia e tentato di fare dei nostri nonni e bisnonni un popolo di persecutori e di perseguitati. Non è una questione di bilanci, il buono e il cattivo che una dittatura ha fatto (bilancio largamente negativo, ma bisogna ancora dirlo?), ma comprendere che la logica antidemocratica espone necessariamente alla possibilità permanente del disastro. Gli antichi spesso teorizzavano la preferenza per il governo di uno, perché è più facile educare un singolo alla virtù, piuttosto che tutto un popolo, e perché le decisioni sono immediate ed efficaci. Ma sapevano anche ribaltare l’argomento: quando un singolo, o un gruppo, o un unico partito, hanno una concentrazione di potere non bilanciata da altri poteri, l’esposizione al vizio è massima e ogni singola decisione rischia di diventare massimamente nociva. Teniamone conto, anche al bar.
Questo vuol dire che dobbiamo accontentarci di vedere procedure decisionali asfittiche, spesso paralizzate da interessi contrapposti, dobbiamo rassegnarci a parti in causa che sembrano disinteressarsi del bene comune, che sembrano condurre sempre all’orlo di disastri? No, dobbiamo pensare a come rendere efficaci gli esecutivi, a un sistema in cui le decisioni siano controllabili e vagliabili, ma possibili. È una risposta da bar, mi rendo conto, ma discutere su come ricominciare a essere collettivamente in grado di prendere decisioni e portarle a compimento – cosa di cui Berlusconi e Brunetta sono manifestamente stati incapaci – è uno dei sensi della democrazia contemporanea.