Una cosa giusta detta da Brunetta
Siamo da tempo abituati al linguaggio del ministro Brunetta. Aggressivo senza aprire spazi o direzioni, con il tono di chi ha qualcosa da dimostrare a qualcuno che comunque non lo ascolta, per nulla attento alla ricaduta simbolica di ciò che dice, più interessato alla visibiltà mediatica che ai potenziali destinatari delle sue parole. Un atteggiamento a metà strada tra quello del barone universitario e di un project manager alle primissime armi. L’evocazione fatta ieri del “certificato antimafia” è stata a dir poco maldestra, per il messaggio che comunque manda, al di là certo delle sue intenzioni, a certi ambienti del paese.
Tuttavia Brunetta ha detto una cosa giusta: perché i cittadini e le imprese devono fornire certificati alle pubbliche amministrazioni, che già li hanno? Peccato che né Brunetta né il governo siano in grado di dare una risposta quale che sia a quella che è una domanda di riforma. Il tema però è interessante e strategico, purché non si lo declini con la sola formula della “lotta alla burocrazia”. Ed è un tema che le attuali opposizioni, a partire dal PD, possono rivendicare credibilmente come proprio (molto più credibilmente di Brunetta e del governo attuale).
Non si tratta solo dell’efficacia dei servizi, ma di capire come la pubblica amministrazione possa contribuire alla crescita, anche solo restituendo a cittadini e imprese il tempo utilizzato per comporre i propri dossier e obblighi (che non vuol dire annullare le certificazioni). Al di là del discorso tecnico sui certificati, io credo che sarebbe un tema importante della prossima campagna elettorale, del tutto adeguato alle competenze, alle esperienze e alla cultura del centro-sinistra. Lasciarlo a Brunetta sarebbe un errore.