Il ribattezzo di Genova
La Repubblica di ieri riportava una notizia interessante: i genitori della parrocchia di Genova colpita dallo scandalo del sacerdote pedofilo, oltre a organizzarsi in class action, chiedono che i bambini battezzati dal prete indegno ricevano un nuovo battesimo. La domanda è chiara: il sacramento amministrato da un prete indegno è valido?
La questione è stata posta molte volte e spesso in modo drammatico. Nel IV secolo sono i Donatisti a porre il problema così radicalmente da arrivare allo scisma. Un gruppo di vescovi della provincia africana dell’impero romano era infatti convinto che i sacerdoti e vescovi che durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano avevano tradito la fede consegnando al persecutore i simboli e i libri sacri (nel latino del tempo “tradire” vuol appunto dire “consegnare” e “traditores” erano i vescovi che avevano consegnato quei simboli) non fossero in grado di amministrare sacramenti validi. La questione si conclude dottrinalmente con un concilio voluto dall’imperatore Costantino, favorevole ai cristiani, in cui si stabilisce che i “traditores” possono anche essere puniti, ma i sacramenti sono validi e il battesimo in particolare assolutamente legittimo.
Ma il movimento più noto di contestazione dei sacramenti dei sacerdoti indegni è forse quello dei Patarini, diffusosi nell’Italia del nord nell’XI secolo, in particolare in Lombardia, come reazione alla corruzione del clero e alla vendita delle cariche ecclesiastiche. La risposta a questa contestazione dura fu anche la riforma della chiesa da parte di una serie di papi riformatori (oltre alla dichiarazione dell’eresia delle posizioni patarine).
Insomma il sacerdote ha a sua volta ricevuto un sacramento, quello dell’ordine, che è appunto nient’altro che il conferimento di un potere, quello di amministrare gli altri sacramenti (e nient’altro che questo). Del resto il celebrante è Cristo e il sacerdote è per certi aspetti il mezzo. Far dipendere il sacramento dalla condotta personale del sacerdote avrebbe storicamente portato, dal punto di vista teorico, a una destabilizzazione del potere del sacramento. Che la chiesa di Genova acconsenta a un secondo battesimo è quindi assolutamente impossibile dal punto di vista teologico e del diritto canonico, che i genitori si riuniscano in class action per chiedere alla diocesi un risarcimento (laddove dimostrassero che la curia era al corrente) è invece un’opzione aperta del diritto civile.