A chi assomigliamo
Da sempre mi risuonano in testa due frasi slegate tra loro. Le tengo lì, me le rigiro nel cervello, ogni tanto ci ripenso, ogni tanto le ricito di nuovo. Non so che cosa vogliano dire e non so se siano vere, so che mi colpiscono perché fanno affermazioni soprannaturali con naturalezza.
La prima è di Jules Michelet, il grande storico francese dell’Ottocento:
«Ogni epoca sogna la seguente».
La seconda è attribuita ad Albert Camus, il grande scrittore francese del Novecento:
«Dopo una certa età ognuno è responsabile della faccia che ha».
Per decenni mi sono sembrate paradossi. Oggi mi appaiono didascalie.
Mi è successo quando ho visto una foto di Chiara Rizzo, la moglie dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena arrestata a Nizza qualche giorno dopo l’ex ministro dell’Interno, del Programma di governo, dello Sviluppo economico nonché presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti, onorevole Claudio Scajola.
All’improvviso mi è tornata alla mente Morgan Fairchild, la star di Falcon Crest, un famoso serial televisivo andato in onda negli anni ottanta su Rete4, Canale5 e Italia1.
A catena sono apparsi altri fantasmi, altre somiglianze.
Marcello Dell’Utri…
…e Robert De Niro nel ruolo di “Noodles” nella scena finale di C’era una volta in America.
Corrispondenze espressive, rimandi fisiognomici e storici.
Francesca Pascale…
… ed Evita Peron.
I due aforismi di Michelet e Camus si sono di colpo trasformati in giudizi intrecciati e plausibili sulla storia, vale a dire sul modo in cui il passato agisce sul futuro e il futuro ubbidisce al passato utilizzando la cultura come veicolo di comunicazione.
In questo senso Michelet aveva ragione.
Qualcuno sostiene che Renzi sia identico a Mister Bean, Grillo a D’Artagnan e Casaleggio da giovane a John Lennon e a Patty Smith adesso, ma le somiglianze possono anche essere casuali. Le facce non sono infinite e tutti un po’ ci assomigliamo. Ad alcuni esseri umani può accadere, però, di mettersi a imitare inconsapevolmente i modelli culturali più simili alla sua situazione e alle circostanze in cui si ritrovano. Nei casi in questione la corrispondenza è lampante.
In questo senso aveva ragione Camus.
Prima del Novecento i modelli era pochi: santi, condottieri, sovrani e ovviamente Gesù. Il pittore più egomaniaco della storia, Albrecht Dührer, nel 1500 giunse a ritrarsi pettinato come Cristo e a siglarsi AD, come Anno Domini.
Oggi la scelta è illimitata: esiste un personaggio di fantasia o storico per ogni condizione umana. Le persone reali imitano i personaggi immaginari che imitano le persone reali.
Forse è vero che siamo stati sognati dal secolo scorso.
Forse siamo un sogno degli anni Ottanta.
Forse è un incubo.
Ma chi avesse notato altre somiglianze è pregato di segnalarle.