Barberia oggi
Tokyo, 28 gennaio, 177 giorni alle olimpiadi
Quando entro sta sonnecchiando sul divanetto per i clienti, vicino all’ingresso. Chiedo se posso disturbarlo per un taglio e mi fa accomodare sulla sedia, squadrandomi con un’aria interrogativa. Quanto li accorciamo?
Non li taglio da un mese e mezzo, si regoli lei.
Da un po’ di tempo mi piace esplorare le botteghe di barbiere di Tokyo, ne visito una per taglio, scelgo le più vecchie, gestite da artigiani che hanno ereditato il lavoro dai padri, per generazioni. Questa è la più vecchia in cui sia stato: il bancone di marmo si è salvato dalla rivoluzione plastica degli anni ‘60, tutto è pulito, ben tenuto anche se vecchio. Il contenitore dell’acqua bollente ha passato almeno 3 ere. Guardo le foto incorniciate accanto allo specchio: sono foto di uccelli fatte con il teleobiettivo, il signore è un bird watcher, deduco. Il signore è anche molto taciturno, fino a metà dell’opera non apriamo bocca, poi mi lancia una domanda sbarazzina – studente?- Rido e si aprono le cateratte della chiacchiera. Il negozio esiste dall’epoca della guerra russo-giaponese, ma era dove adesso c’è l’ufficio postale, poi dopo la guerra suo padre lo ha riaperto dov’è ora, a nord della stazione di Ueno, vicinissimo allo scalo ferroviario. In sottofondo si sente lo sferragliare, un suono che personalmente amo molto. Materiale rotabile. E in treno è venuto il nonno da Niigata, come hanno fatto molti immigrati dal nord del Giappone che hanno finito per rimanere nei pressi della stazione di Ueno.
Ho vissuto in questa zona di Tokyo per un po’ di tempo, e ogni volta che ci passo mi pare di tornare al passato, sia mio che della città: la gente temporeggia, chiacchiera, si impiccia un po’, come in un piccolo centro urbano. Oltre alla fotografia, il signor Sato ama il ciclismo, e per me che sono venuto con una macchina fotografica e sulla mia bici da corsa scassata ha una istintiva simpatia, mi pare. Ma all’interno della barberia niente foto, scusa, è la mia regola. Me lo hanno chiesto fotografi, registi, trasmissioni televisive, privati, ma ho detto di no a tutti. Peccato. Scopriamo che ha un amico che abita a poche case di distanza dalla mia, è il monaco di un tempio.
Salutamelo se ti capita, e vieni a trovarmi anche se non devi tagliarti i capelli. Lo farò, credo.