Capodanno a Tokyo
Tokyo, 10 gennaio, 196 giorni alle olimpiadi
Il capodanno qui è una festa personale, religiosa alla maniera giapponese, si onorano la famiglia, gli avi e il silenzio.
Chi sta da tanto in Giappone qui finisce per amare l’atmosfera delle feste di fine anno. La cosa più caratteristica è passare la mezzanotte nel tempio vicino casa, dove i fedeli possono suonare un tocco di campana durante il passaggio al nuovo anno. La cerimonia comincia con delle preghiere del monaco che terminano con le scintille sparse da pietre focaie sui convenuti: una benedizione. E poi 108 rintocchi di tutte le campane che risuonano per tutta Tokyo stranamente silenziosa. 108 è un numero sacro per lo Hinduismo, passato poi al Buddhismo e così diffuso fino in questo angolino di Asia.
Le vacanze di capodanno sono le uniche in cui i negozi chiudono veramente, la gente se ne va dalla città, torna ai paesi natii o comunque sta a casa perché gli uffici sono chiusi; si vedono le stazioni vuote, i treni spopolati. D’altra parte alcuni santuari sono affollati da chi vuole ricevere la benedizione e pregare per l’anno nuovo. Ore di fila, in alcuni casi.
Una mia tradizione personale: fare un giro in moto per tutta Tokyo al sorgere del sole di capodanno e bearmi delle strade vuote baciate dalle prime luci, poi andare a un santuario che i sacerdoti stanno ancora aprendo, quasi in perfetta solitudine.
Come da noi, dopo l’Epifania si smontano gli addobbi e si torna alle attività, si riaffrontano i fatti del mondo che, ancora intorpiditi dal troppo mangiare e bere, sembrano un po’ lontani e sfocati. I problemi tra Iran e Stati Uniti, la fuga in Libano dell’imputato Carlos Ghosn. In particolare quest’ultima sembra una storia pronta a svilupparsi in modo sorprendente. Lo vedremo in questo 2020, finalmente l’anno delle Olimpiadi.