Mesiversario movimentato
Avrei voluto commentare la riconferma di Ishihara, l’impresentabile sindaco, ma oggi era l’undici, è passato un mese giusto dall’inizio dell’emergenza. Non si può dire che sia passato un mese dal terremoto, perché ci siamo ancora dentro. Oggi ci sono state circa 70 scosse, per la maggior parte non avvertibili, ma almeno tre si sono sentite fortissimo qui a Tokyo. Una alla mattina, verso le sei e mezza, e poi la più grande alle cinque di pomeriggio. Lunga, spaventosa, un pessimo presagio visto che l’epicentro è stato a Fukushima. Io mi trovavo in un edificio altissimo, ma al secondo piano. È strano come a seconda di dove si è la percezione cambi completamente. Gli edifici alti ballano in modo flessuoso, il movimento ondulatorio amplifica l’ampiezza ma allo stesso tempo la addolcisce un po’. Stare fuori, forse, fa sentire di più tutta l’aggressività del sisma, il tremore è nervoso, a scatti.
Fa un’impressione strana, ma quasi tutti ormai sono abituati al terremoto, ci convivono: l’uomo è proprio una creatura adattabile al massimo livello.