La strategia delle “strane storie”
Una volta nei passaggi politici più delicati scoppiavano le bombe. Oppure venivano rapiti gli statisti. Oggi si videoregistrano non meglio identificate escort: il salto di qualità democratico è evidente. Niente vittime, niente sangue, niente dispendiose operazioni di depistaggio, rischi penali bassissimi: l’effetto è lo stesso, ma tutto è molto più pulito, economico, light. E se era difficile giustificare la liceità costituzionale di una P38 o di un timer, ora si può dire con leggerezza commentando la nuova offensiva di “Libero” e del “Giornale”: è libertà di stampa, perché vi offendete?
Così, se il topic degli anni di piombo fu la teoria del doppio Stato, quello dei nostri anni di fango sarà il titolo dell’editoriale di Maurizio Belpietro: «Iniziano a girare strane storie»… Sotto, potete scriverci quel che volete. Fini pagato dalla Cia per silurare il migliore amico di Putin. Bocchino finanziato da Assange per portare l’attacco al cuore dello Stato. Granata complice del figlio di Ciancimino. Il bunga bunga della Gabanelli. Santoro innamorato di Ruby. Le “strane storie” non costano niente, alzano polvere più di dieci chili di tritolo e sono perfettamente funzionali allo scopo di bloccare la democrazia italiana nel pantano dov’è, demolendo e delegittimando chiunque prefiguri alternative al potere costituito, o comunque lo limiti. In attesa della prossima puntata, auguri a tutti. Sarà un 2011 scoppiettante.