Perché la nostra voce registrata ci sembra così strana?
Quando ascoltiamo la nostra voce registrata sembra sempre molto diversa da come ce l’aspetteremmo, e spesso più stridula. Un articolo del giornalista del New York Times Jonah Engel Bromwich ha provato a capire perché. In realtà non ci sarebbe nulla di strano, almeno stando a quanto sostiene William Hartmann, un professore di fisica alla Michigan State University specializzato in acustica e psicoacustica.
Il fatto è che al nostro cervello il suono della voce arriva in due modi. Uno è quella che usiamo normalmente per sentire i suoni, con le onde acustiche che viaggiano attraverso l’aria e arrivano al nostro sistema uditivo tramite prima l’orecchio esterno, e poi quelli medio ed interno. L’altra strada, invece, è quella che trasporta le onde acustiche dalle corde vocali all’orecchio interno passando per le ossa e la carne del nostro corpo. «L’effetto che si ottiene è un abbassamento delle frequenze, che ci fa percepire la nostra voce come più profonda» ha detto Hartmann «ma le strade che le vibrazioni delle corde vocali possono prendere per arrivare alle ossa della faccia sono multiple e possono includere anche le vibrazioni delle ossa stesse, che possono variare».
John J. Rosowski, ricercatore della Harvard Medical School, aggiunge che le strade che le vibrazioni possono prendere prima di arrivare al nostro orecchio sono talmente tante da modificare inevitabilmente il modo in cui percepiamo la nostra voce, e in maniera diversa in ognuno di noi: da persona a persona per esempio può variare la quantità di liquido cerebrospinale, la forma del canale uditivo, e così via. È più o meno la spiegazione che aveva dato qualche tempo fa anche il canale YouTube di divulgazione scientifica SciShow.