Anche nel villaggio olimpico di Parigi i letti sono di cartone, ma il sesso non c’entra
Come alle scorse Olimpiadi estive di Tokyo 2020, anche a Parigi i letti del villaggio olimpico su cui dormono le atlete e gli atleti sono fatti di cartone; si possono trasportare e smontare in maniera semplice, occupando poco spazio, e alla fine delle Olimpiadi saranno riciclati. L’azienda che li produce, la giapponese Airweave, ha detto che sono stati progettati per sopportare il peso di tre o quattro persone che saltano e il comitato organizzatore ha ribadito che non sono fatti per impedire agli atleti di avere rapporti sessuali, come venne ipotizzato già a Tokyo 2020. Non c’è alcuna limitazione al sesso nel villaggio olimpico, e anzi atleti e atlete avranno a disposizione 300mila preservativi.
La questione del sesso alle Olimpiadi era emersa a Tokyo perché, pur avendo fornito preservativi ad atleti e atlete, il comitato organizzatore aveva vietato i contatti tra atleti per via delle restrizioni per la pandemia. Anche per questo si era parlato del fatto che i letti di cartone fossero una strategia per disincentivare i rapporti: in realtà erano stati scelti perché sono più sostenibili dei letti normali e vengono considerati sufficientemente comodi. Sulla comodità stanno arrivando i primi feedback da parte di atlete e atleti che sono già nel villaggio olimpico, e sono contrastanti. La tuffatrice italiana Chiara Pellacani in un video su Instagram ha detto che i letti «sono abbastanza comodi, anche se non sembra».
I materassi, che alla fine delle Olimpiadi verranno donati ad alcune associazioni, sono in fibra di resina e hanno sui due lati diversi gradi di rigidità, per permettere agli atleti di scegliere se dormire su una superficie più dura o più morbida. Secondo la pallanuotista australiana Tilly Kearns non sarebbe sufficiente: in un video su TikTok ha definito i letti «duri come la roccia» anche se si dorme dalla parte più morbida del materasso.