Lo slogan della presidenza dell’Ungheria al Consiglio dell’Unione Europea ne ricorda molto un altro più famoso

Il logo e lo slogan dell'Ungheria
(HungaryintheEU/X)

Martedì l’Ungheria ha presentato il programma per il suo turno alla presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo con funzione legislativa composto dai rappresentanti dei 27 governi dei paesi membri dell’Unione, che ruota semestralmente fra i vari membri. Lo slogan ufficiale della presidenza dell’Ungheria, che inizierà il primo luglio 2024 e si concluderà il 31 dicembre, è “Make Europe Great Again”, e molto probabilmente ve ne ricorderà un altro molto noto.

L’auspicio di “rendere l’Europa di nuovo grande” è un evidente richiamo a “Make America Great Again”, lo slogan della campagna elettorale di Donald Trump per le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, che vinse: il suo acronimo, MAGA, è diventato anche un modo per definire i sostenitori di Trump. In effetti il primo ministro ungherese Viktor Orbán, al governo dal 2010 e già detentore della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel 2011, è come Trump un populista di destra e ha espresso più volte ammirazione per l’ex presidente statunitense: fra le altre cose condividono un approccio particolarmente ostile all’immigrazione.

L’Ungheria ha anche presentato il logo ufficiale della sua presidenza: unisce il tricolore ungherese alla bandiera europea e ricorda molto il cubo di Rubik, che prende il nome da Ernő Rubik, il professore di architettura ungherese che lo inventò proprio 50 anni fa.

Il paese che detiene la presidenza dirige i lavori preparatori delle riunioni del Consiglio, che assolve la funzione legislativa e di bilancio assieme al Parlamento europeo, e quindi influenza l’agenda politica dell’Unione. Già da tempo però dentro le istituzioni europee alcuni si chiedono se abbia senso che un incarico del genere possa essere gestito da un paese semiautoritario, il cui governo di estrema destra litiga con l’Unione ormai da anni su temi come i diritti civili, le minoranze e il rispetto dell’indipendenza di giornali e magistrati.

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