La Danimarca ha un nuovo stemma reale, e c’entra anche la Groenlandia
Il re danese Frederik X ha fatto apportare alcune piccole ma importanti modifiche allo stemma reale, cioè il simbolo nazionale della corona usato sui documenti ufficiali e sui sigilli. Nella precedente versione, così come in quelle degli ultimi cinque secoli, in uno dei quarti dello scudo c’erano tre corone e due animali: le prime simboleggiano i tre paesi dell’Unione di Kalmar, ovvero Danimarca, Norvegia e Svezia, mentre l’orso polare e l’ariete indicano rispettivamente la Groenlandia e le isole Faroe, due territori danesi semi-indipendenti. In questa invece Frederik ha fatto rimuovere le tre corone per lasciare più spazio ai due animali: la decisione è stata interpretata come un messaggio politico alla luce delle recenti discussioni sulla possibilità che la Groenlandia diventi completamente indipendente dalla Danimarca.
Nel suo discorso di fine anno il primo ministro groenlandese Múte Egede aveva parlato della possibilità di indire un referendum per l’indipendenza entro il prossimo 6 aprile, auspicando la liberazione da quelle che ha definito come «catene dell’epoca coloniale». La Groenlandia è governata sin dall’Ottocento dai danesi, che si occupano principalmente della politica estera, della difesa e del sistema giudiziario e di polizia, ma nel corso dei secoli ha ottenuto sempre maggiore autonomia. Nonostante dal punto di vista politico, economico e sociale sia un territorio periferico, è molto ambito in quanto ricchissimo delle cosiddette materie prime critiche: un gruppo di metalli molto importanti per la produzione di componenti fondamentali per l’innovazione tecnologica, come i microchip.
Il parziale controllo danese sull’isola era stato messo in discussione anche da una recente dichiarazione (con poco o nulla di concreto) di Donald Trump, il presidente eletto degli Stati Uniti. Poco prima di Natale, Trump aveva infatti ribadito una sua vecchia idea di far comprare l’enorme isola della regione artica al governo degli Stati Uniti, ed Egede aveva risposto in modo molto netto: «La Groenlandia è nostra. Non siamo in vendita e non lo saremo mai». Ciononostante lunedì Trump ha confermato una visita nel paese di suo figlio, Donald Trump Jr., e in un post su Truth Social, il suo social network, ha ribadito la convinzione che i groenlandesi beneficerebbero molto dell’ingresso negli Stati Uniti.
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