Ryan Gosling dice di essere tormentato dal modo in cui tiene la mano nel poster di “La La Land”

Ryan Gosling fa la "La la hand"
(Wall Street Journal Magazine via YouTube)

In un’intervista data in questi giorni al Wall Street Journal Magazine per presentare il suo nuovo film, Fall Guy, l’attore statunitense Ryan Gosling ha confessato di essere tormentato dalla posizione della sua mano sinistra nel poster di La La Land, il film del 2016 di cui è protagonista assieme a Emma Stone. Gosling ha 43 anni, è uno degli attori più versatili e richiesti della sua generazione, e nell’intervista dice che «c’è un momento che mi perseguita», cioè quello in cui lui e Stone ballano, una delle scene più memorabili del film. Lui non sapeva che quello sarebbe diventato il poster di La La Land, racconta, e per qualche ragione pensò che «potesse essere figo» tenere la mano con il polso piegato, anziché in linea con il braccio e tesa verso l’alto, come previsto.

«Adesso quando guardo il poster, devo vederla ogni volta», dice alludendo alla mano piegata, notando che «ammazza un po’ l’energia». «La chiamo ‘La La hand’»: un gioco di parole tra il titolo del film e il termine inglese che significa appunto mano.

Il poster di <em>La La Land</em>

Il poster di La La Land (IMDb)

Gosling è noto e apprezzato perché non si prende troppo sul serio, come ha mostrato bene nel ruolo di Ken in Barbie, uno dei film più chiacchierati del 2023, per cui peraltro è stato candidato agli Oscar come migliore attore non protagonista. La La Land invece di Oscar ne vinse sei, tra cui quelli per la miglior regia, per la miglior fotografia e per la miglior attrice protagonista.

Nell’intervista la giornalista del Wall Street Journal Magazine osserva che a volte i ballerini tengono le mani nella posizione che si tiene quando si mangia un hamburger, chiamata appunto “hamburger hand”, e chiede poi a Gosling se la sua esperienza nella danza lo aveva aiutato in La La Land: lui pensava di sì, risponde, «ma poi, chiaramente, arriva la hamburger hand di Gosling. Alla fine non mi ha aiutato per niente».

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