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  • Mercoledì 23 novembre 2016

Reebok fa dei regali a chi non vuole più le New Balance

Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, sono state poche le multinazionali che si sono dette contente del risultato: Trump era e rimane uno dei personaggi più impopolari in tutti gli Stati Uniti. Una delle poche aziende a dirsi soddisfatta è stata New Balance, un’azienda americana di scarpe e abbigliamento sportivo: il giorno dopo le elezioni il suo vicepresidente Matt LeBretton ha spiegato che con l’elezione di Trump «ci sembra che le cose stiano andando nella giusta direzione» (probabilmente perché le fabbriche di New Balance si trovano solamente negli Stati Uniti, e non in giro per il mondo: e potrebbero godere delle politiche isolazioniste di Trump). A quel punto diversi utenti di Twitter hanno iniziato a fotografarsi mentre buttavano, distruggevano o incendiavano le proprie New Balance, pubblicandone le foto online. Poi è arrivata Reebok, un’altra famosa azienda di abbigliamento sportivo: qualche giorno dopo ha contattato gli utenti che avevano postato foto del genere offrendosi di “rimediare”. A molti è sembrato che offrisse le proprie scarpe in cambio di quelle bruciate/distrutte/gettate via.

https://twitter.com/ReebokClassics/status/797095408820453377?ref_src=twsrc%5Etfw

https://twitter.com/ReebokClassics/status/797119823310426112?ref_src=twsrc%5Etfw

Reebok poi ha smentito di aver avviato un programma di “scambio” – un paio di vecchie New Balance per delle nuove Reebok – ma ha ammesso che “sorprendiamo spesso i nostri follower con degli omaggi”.

https://twitter.com/ReebokClassics/status/799710017956020225