I disegni di bambini dell’Antica Roma scoperti da poco sui muri di una casa a Pompei
Da martedì al parco archeologico di Pompei, il secondo sito archeologico più visitato al mondo, è possibile visitare un insieme di case (detto “insula” in latino) in precedenza chiuso al pubblico: si chiama “Insula dei Casti Amanti” ed è stata aperta nel contesto di un nuovo progetto di restauro, scavo e accessibilità. All’interno sono stati trovati i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio che seppellì la città nel 79 d.C. e alcune raffinate pareti affrescate con figure mitologiche, ma soprattutto alcuni disegni a carboncino fatti probabilmente da bambini dell’epoca.
I disegni mostrano lotte tra gladiatori – che all’epoca si svolgevano nell’anfiteatro di Pompei – ma anche il contorno di tre piccole mani, due figure che giocano con una palla, due pugili stesi a terra e una scena di caccia a un animale che sembra un cinghiale. Secondo Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico, i disegni sono stati probabilmente realizzati da uno o più bambini che giocavano in quello che era un cortile prima che la città fosse distrutta nell’eruzione. «Insieme agli psicologi dell’università Federico II siamo giunti alla conclusione che i disegni dei gladiatori e dei cacciatori sono stati realizzati sulla base di una visione diretta, e non di modelli pittorici. Probabilmente avevano assistito a scontri nell’anfiteatro, entrando così in contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata», ha detto Zuchtriegel.
Gli scavi e i restauri all’Insula dei Casti Amanti sono ancora in corso: nei prossimi mesi, però, tutti i visitatori del parco archeologico potranno osservarli dall’alto attraverso un sistema di passerelle sospese, accessibili anche alle persone con disabilità.