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  • Mercoledì 26 giugno 2024

Il Comune di Milano ha censurato la parola «cazzo» dai manifesti dei Marlene Kuntz

(Profilo Facebook dei Marlene Kuntz)
(Profilo Facebook dei Marlene Kuntz)

In questi giorni il comune di Milano ha coperto una parte dei manifesti affissi per promuovere il concerto dei Marlene Kuntz, storica band del rock alternativo italiano che suonerà il prossimo 2 luglio al Castello Sforzesco. Sui cartelloni è stampata una citazione da “Festa mesta”, uno dei brani più noti del gruppo, che dice: «Complimenti per la festa! Una festa del cazzo!». Su tutti i manifesti però l’ultima parola è stata coperta con un adesivo bianco con sopra il timbro del Comune.

«Nulla di grave o paragonabile ad avvenimenti ben peggiori, abbiamo solo dovuto coprire una parola sui manifesti del concerto di settimana prossima al Castello Sforzesco. Ci sarà ancora più gusto a cantarla insieme dal vivo!» hanno scritto in un post su Facebook i componenti del gruppo.

A Milano, così come in altre città, per sponsorizzare un evento o pubblicizzare qualcosa tramite manifesti negli spazi pubblicitari comunali è necessario ottenere l’autorizzazione dell’ufficio affissioni, cioè quello che si occupa della gestione degli spazi per i cartelloni pubblicitari in città. Secondo il regolamento comunale l’ufficio può negare l’autorizzazione per diversi motivi, per esempio perché i cartelloni ostruirebbero la vista sulla segnaletica stradale, oppure perché si ritiene vadano contro al «decoro, l’ornato urbano e l’estetica cittadina.» Anche il Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale (emanato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, un’associazione che si occupa di pubblicità e tutela dei consumatori) vieta di usare nelle pubblicità affermazioni che «debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti».

Il concerto dei Marlene Kuntz è inserito nella programmazione culturale estiva del Comune di Milano. Dopo aver visto le locandine, l’ufficio affissioni ha dato ai referenti della campagna promozionale del gruppo due opzioni: ristampare le locandine cambiando la scritta, oppure applicare su ogni manifesto un adesivo che coprisse la parola. È stata scelta la seconda.

Negli ultimi mesi il Comune ha bloccato l’affissione di almeno altri due manifesti, realizzati per il progetto “Italia 70 — I nuovi mostri” legato alla Art Week, la settimana dedicata all’arte che si è svolta tra l’8 e il 14 aprile. Uno dei due manifesti era stato realizzato dal noto artista Maurizio Cattelan, che a Milano ha sempre esposto opere provocatorie e divisive, come il dito medio in piazza Affari o le sculture di bambini impiccati che comparvero nel 2004 appese alla quercia di piazza XXIV Maggio. Il suo manifesto per Art Week raffigurava una pistola con la scritta “Ribellati! L’unica prigione è la tua mente. L’altro manifesto era di Giangiacomo Rossetti e riprendeva la storia della “Compagnia della teppa”, un gruppo di giovani milanesi che commetteva atti vandalici e violenti: erano illustrati un giovane con un bastone alzato e due persone a terra.