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  • Giovedì 1 febbraio 2024

La lettera scritta a ottobre da Ilaria Salis per denunciare le pessime condizioni della sua detenzione in Ungheria

Uno stralcio della lettera di Salis mostrato nel servizio del Tg La 7
(Tg La 7)

Mercoledì sera il Tg La7 ha pubblicato in esclusiva il testo di una lettera scritta a inizio ottobre da Ilaria Salis al suo avvocato per denunciare le pessime condizioni in cui era detenuta in Ungheria. Salis è un’insegnante e militante antifascista milanese di 39 anni che da quasi un anno si trova in detenzione preventiva in un carcere di massima sicurezza di Budapest, con l’accusa di aver aggredito alcuni militanti neonazisti. La lettera era stata scritta il 2 ottobre ed era rivolta a un ex politico italo-ungherese che ora lavora al consolato italiano: l’obiettivo di Salis era di farla avere al suo avvocato italiano, Eugenio Losco, che fino ad allora non aveva potuto incontrare.

(Il servizio del Tg La7 con la lettera di Ilaria Salis inizia al minuto 8:37)

– Leggi anche: In un anno la diplomazia italiana ha fatto molto poco per Ilaria Salis

La lettera, oltre a denunciare la situazione di degrado in cui è detenuta Salis, prova che le autorità italiane fossero state informate delle condizioni della donna già a ottobre, come nei giorni scorsi aveva detto anche suo padre. La lettera pubblicata dal Tg La 7 conferma la tesi del padre di Salis. Dopo l’arresto nel febbraio del 2023, scriveva Salis: sono «stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in questura e a indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia». Salis dice di essere stata costretta a restare con quegli abiti per oltre un mese, per la precisione «cinque settimane»; dice anche di essere rimasta «per 5 settimane senza ricevere il cambio lenzuola» e che «per i primi 3 mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto. Oltre alle cimici, nelle celle e nei corridoi è pieno di scarafaggi. Nei corridoi esterni spesso si aggirano topi».

Nella lettera la donna racconta anche che in carcere trascorre «23 ore su 24 in una cella completamente chiusa: c’è una sola ora d’aria al giorno e la socialità non esiste. Tutte le mattine ci svegliamo alle 5:30. Ogni volta che dobbiamo sostare in corridoio dobbiamo stare rivolte verso il muro».

Lunedì Ilaria Salis era stata portata in tribunale per un’udienza del processo a suo carico in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da due cinturoni. Le immagini di Salis ammanettata erano circolate molto e erano state diffuse da tutti i principali giornali e reti televisive italiane, con molte indignazioni. Il padre di Salis aveva però detto che in realtà l’udienza di lunedì non era la prima alla quale la figlia era stata costretta a presenziare in quel modo, ma solo la prima che è stata ripresa da foto e video, e che l’ambasciata italiana in Ungheria fosse a conoscenza della situazione da mesi.