Il governo siriano ha provato a smentire le violenze ad Aleppo, ma gli è andata male
Martedì a New York si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’ONU per parlare della grave situazione umanitaria di Aleppo, la città nel nord della Siria che è stata riconquistata quasi completamente dal regime siriano di Bashar al Assad. Durante la riunione, il rappresentante siriano alle Nazioni Unite ha voluto smentire le accuse che da giorni vengono fatte al regime di Assad sulle molte violenze che le forze fedeli al governo avrebbero compiuto ad Aleppo contro i civili. Il rappresentante siriano, Bashar Jaafari, ha mostrato la fotografia di una donna che supera una barriera aiutata da due uomini in uniforme militare: «Questo è quello che l’esercito siriano sta facendo ad Aleppo», ha detto Jafaari. «Lui è un soldato siriano. Lei è una donna che sta lasciando Aleppo orientale». Il problema è che la foto mostra un’altra cosa: è stata scattata la scorsa estate in Iraq e ritrae una donna di Fallujah aiutata da due membri dell’organizzazione di milizie sciite Hashd al Shasbi, più nota con il nome inglese “Popular Mobilization Units”.