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  • Domenica 22 ottobre 2017

La serataccia dei Golden State Warriors, con le espulsioni di Curry e Durant

(AP Photo/Brandon Dill)
(AP Photo/Brandon Dill)

La nuova stagione del campionato di NBA è iniziata da nemmeno una settimana e i Golden State Warriors, campioni in carica e sulla carta più forti di tutti, sono partiti decisamente peggio di quanto ci si aspettasse. Per capirsi: in tutta la scorsa stagione i Warriors avevano perso solo quindici partite durante la regular season e una durante i playoff. Nelle prime tre partite giocate questa settimana, invece, hanno già subìto due sconfitte.

La prima nella gara d’esordio contro gli Houston Rockets, una delle squadre migliori della lega, mentre la seconda questa notte contro i Memphis Grizzlies. Di quest’ultima partita, però, più che la sconfitta in sé ha fatto parlare il comportamento dei due giocatori migliori di Golden State, Steph Curry e Kevin Durant.

A 43 secondi dalla fine, con Warriors sotto di 10 punti, Curry è stato espulso per aver lanciato il suo paradenti contro l’arbitro, dopo aver chiesto senza successo un fallo (fece quello stesso identico gesto, tra l’altro, nella Gara 6 delle finali del 2016, quando poi i Warriors persero con i Cleveland Cavaliers). Pochi secondi dopo anche Kevin Durant è stato espulso, per proteste in questo caso, e uscendo dal campo ha mostrato il dito medio a un tifoso avversario che lo insultava. Nelle interviste dopo la partita, però, ha detto che mostrando il dito non voleva essere offensivo, ma solo ricordare il fatto che lui avesse l’anello che indica chi ha vinto l’NBA.