Gli ingegneri della NASA fanno sul serio con le zucche di Halloween
Ogni anno al Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA si tiene un concorso, non proprio ufficiale, per la miglior zucca di Halloween.
Le regole del concorso sono semplici: i concorrenti possono scegliere la loro zucca una settimana prima ma possono cominciare a lavorare sull’allestimento soltanto un’ora prima di essere giudicati. Essendo ingegneri della NASA, in un’ora riescono a fare molto di più che intagliare occhi e bocca dentata.
La vincitrice dell’edizione di quest’anno è una zucca a forma di nave dei pirati che naviga su un mare di ghiaccio secco. La zucca-nave ha la forma di un tipo di imbarcazione ottocentesca chiamata “clipper”: è un gioco di parole sulla missione della NASA “Europa Clipper” che ha l’obiettivo di capire se Europa, una luna di Giove, sia abitabile.
I am so loving this @NASAEuropa pumpkin at @NASAJPL #pumpkincarving #Halloween pic.twitter.com/sa9FWxRBZ8
— Liz Landau (@lizlandau) October 30, 2017
Anche le altre zucche presentate al concorso erano molto elaborate. Ce n’era una che somiglia al lander della NASA InSight, circondato però da terrificanti spore terrestri (la situazione più terrificante per uno dei team che lavorano alla missione, il cui compito è verificare che i microbi terrestri non siano trasportati su altri pianeti).
.Spore-covered @NASAInSight #NASAPumpkin pic.twitter.com/lmWxft6ADf
— Aaron Yazzie (he/him) (@YazzieSays) October 30, 2017
Un’altra era un omaggio allo Starshade, un dispositivo in fase di progettazione che servirebbe a fotografare più facilmente gli esopianeti.
.Starshade Petal Unfurling #NASAPumpkin pic.twitter.com/IJcHSuEaBu
— Aaron Yazzie (he/him) (@YazzieSays) October 30, 2017
Un’altra raccoglie pezzi di tutte le esplorazioni di Marte finora.
.Mars Waste Management #NASAPumpkin. Mars’ way of cleaning up all the junk we send there! pic.twitter.com/zBlAVm0MeC
— Aaron Yazzie (he/him) (@YazzieSays) October 30, 2017
La migliore forse era la zucca costruita dal team di scienziati specializzati nell’atterraggio delle navi spaziali, che aveva il suo paracadute.