Il video di Giuseppe Conte che strappa la proposta di legge sul salario minimo modificata dalla destra
Martedì è tornata in discussione alla Camera la proposta di legge per introdurre in Italia il cosiddetto “salario minimo”, cioè una soglia minima di compenso stabilita per legge e uguale per tutti i lavoratori a prescindere dalla mansione che svolgono. La proposta era stata presentata lo scorso luglio in modo congiunto da quasi tutti i partiti di opposizione: nei mesi che sono trascorsi è diventata l’unico tema politico in grado di mettere in difficoltà il governo di Giorgia Meloni, che ha più volte allungato i tempi della discussione sulla proposta facendola passare da varie fasi di analisi e pareri.
L’ultimo passaggio era stato quello in commissione Lavoro, la commissione parlamentare competente sul tema, dove era stata infine notevolmente modificata rispetto alla proposta iniziale delle opposizioni. Da quel testo era stata eliminata soprattutto la soglia di 9 euro lordi all’ora che era stata fissata come salario minimo, e che era considerata alla base di tutta la proposta. Il testo rimandato in aula dalla commissione Lavoro è stato quindi fortemente contestato dalle opposizioni, che hanno deciso di togliere le firme dalla proposta di legge, giudicata ormai troppo diversa rispetto alle loro intenzioni.
La reazione di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, è stata la più plateale tra quelle dei politici che hanno detto di voler boicottare la nuova proposta della maggioranza. L’intervento è finito con Conte che ha strappato i fogli con scritto il testo della proposta di legge.
Oltre a Conte, hanno detto che avrebbero tolto la propria firma dalla proposta anche gli altri rappresentanti dei partiti che l’avevano inizialmente sottoscritta: la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, il capogruppo di Azione, Matteo Richetti, e il leader di +Europa, Riccardo Magi.
Nel voto finale alla Camera la proposta di legge modificata, che di fatto esclude il salario minimo voluto dalle opposizioni, è stata approvata con i voti della maggioranza: ora il testo passerà al Senato.