Due gol di Gigi Riva
Gigi Riva, morto lunedì a 79 anni, è stato uno degli attaccanti italiani più forti di sempre, il più prolifico nella storia del Cagliari, la squadra di calcio in cui ha giocato per quasi tutta la sua carriera, e della Nazionale italiana. Riva però era amatissimo non solo perché segnava molto, ma anche perché lo faceva spesso in modi spettacolari, con una certa attitudine a compiere acrobazie che per un calciatore erano molto inusuali, soprattutto all’epoca. Luciano Lupi, suo allenatore nel Legnano, la squadra con cui debuttò molto giovane e l’unica in cui giocò oltre al Cagliari, sintetizzò così questa sua abilità: «Riva mette la testa dove altri non osano mettere il piede».
Ci sono due gol di Riva che mostrano bene cosa intendesse Lupi, uno con la Nazionale e uno con il Cagliari. Il primo lo segnò il 22 novembre del 1969 in Italia-Germania Est, una partita che valse all’Italia la qualificazione ai Mondiali che si sarebbero giocati l’anno successivo in Messico (all’epoca qualificarsi era molto più difficile, perché c’erano solo 16 posti): quello di Riva era il gol del 3-0, e lo segnò con un tuffo di testa perfetto per tempismo e coordinazione, su un cross del compagno di squadra al Cagliari Angelo Domenghini, anche lui attaccante.
L’altro è un gol in rovesciata che Riva realizzò in un Vicenza-Cagliari nel gennaio del 1970, partita vinta per 2-1 dal Cagliari, che quell’anno avrebbe vinto il suo primo e unico scudetto. Il gol arrivò dopo un cross di Domenghini da fondo campo e una successiva sponda di testa del centrocampista Sergio Gori: Riva saltò facendo perno sul piede destro mentre teneva un difensore avversario distanziato con il braccio, e poi capovolgendosi su se stesso colpì la palla con il sinistro facendola andare sotto l’incrocio a gran velocità.
Con la palla che arrivava da destra il tiro di sinistro era controintuitivo e contribuì ad anticipare difensore e portiere: non che ci fossero alternative comunque, visto che Riva il piede destro non lo usava quasi mai, soprattutto per tirare. Manlio Scopigno, suo allenatore al Cagliari nell’anno dello scudetto, diceva che a Riva il piede destro serviva «solo per salire sul tram».