Rigivan Ganeshamoorthy è una sagoma
Domenica il 25enne romano Rigivan Ganeshamoorthy ha vinto la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Parigi nel lancio del disco categoria F52, in cui gareggiano atleti in sedia a rotelle con capacità di movimento molto ridotte del tronco, delle gambe e delle mani (e in misura minore delle braccia). Ganeshamoorthy ha vinto con oltre sei metri di vantaggio sul secondo classificato e soprattutto tra il secondo e il quarto lancio ha battuto per tre volte il record del mondo, facendo prima 25,48 metri, poi 25,80 e infine 27,06. Oltre alla prestazione notevolissima, hanno attirato molte attenzioni e simpatie sui social network anche le interviste sorridenti e spontanee di Ganeshamoorthy dopo la gara e dopo la premiazione, date all’inviata della Rai Elisabetta Caporale.
Subito dopo la vittoria Ganeshamoorthy si è mostrato contento, divertito e un po’ imbarazzato, trovando poche cose da dire («Che devo di’, non ho parole neanche per me stesso»). Quando Caporale gli ha chiesto se questo mondo cominciasse a piacergli (parlando delle Paralimpiadi), Ganeshamoorthy ha risposto: «Ma sì dai, un po’ troppi disabili forse eh», ridendo. Il giorno dopo, nonostante le promesse di «prepararsi un discorso», ha continuato con lo stesso stile sincero e autoironico. Parlando della medaglia, ha detto con forte accento romano: «M’è venuto er mar di collo dar peso, c’ho il fisioterapista».
La prestazione sportiva di Ganeshamoorthy è ancora più notevole se si pensa che era solo alla sua terza gara internazionale nel disco: fino all’anno scorso praticava la scherma in carrozzina, ma dopo aver provato a lanciare aveva scoperto di essere molto portato e nell’ultimo anno aveva iniziato ad allenarsi nel disco e nel giavellotto.