Il regista dell’ultimo episodio di “Game of Thrones” ha ammesso che, forse, i tempi non tornavano del tutto
Alan Taylor – il regista del sesto episodio della settima stagione di Game of Thrones, andato in onda nella notte tra domenica e lunedì – ha parlato, intervistato da Variety, di una questione che riguarda i tempi con cui succedono le cose nell’episodio che ha diretto. Cose di cui non si può parlare senza spoiler, cose che non volete leggere se non avete visto l’episodio, intitolato “Beyond the Wall”.
The supersonic raven in GoT was a plausible impossibility not an implausible possibility. Right. Got it. https://t.co/88GJ3DA3IE
— David Hewson (@david_hewson) August 22, 2017
Dopo l’episodio – in cui un uomo risorto sei volte combatte insieme ad altri contro un orso zombie, ma solo prima di arrivare da degli zombie che trasformano un drago in un drago zombie – qualche spettatore ha criticato su internet il fatto che va bene tutto, ma i tempi dell’episodio erano poco plausibili. In breve: Jon dice a Gendry di correre, Gendry lo fa, manda un messaggio a Roccia del Drago, Daenerys riceve il messaggio, prende la giacca invernale, salta sul drago e vola fino al punto in cui era partito il messaggio. Taylor ha detto: «Sapevamo di essere un po’ vaghi sui tempi» e ha aggiunto che le «impossibilità plausibili» sono diverse dalle «impossibili plausibilità». Ora che avete riletto tre volte la frase precedente per cercare di capire in cosa sono diverse le due cose, Taylor ha poi detto, più semplicemente: «Penso che abbiamo stiracchiato un po’ la plausibilità della cosa, ma spero che il trasporto generato dalla storia faccia passare la cosa in secondo piano».