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  • Mercoledì 12 ottobre 2016

Farsi un tè nel futuro

Mark Rittman, un informatico inglese che vive a Hove, ieri mattina ha provato a farsi una tazza di tè usando il suo nuovo bollitore automatico collegato al WiFi e che avrebbe dovuto poter controllare con i comandi vocali, tramite il suo Amazon Echo. Le cose non hanno funzionato e poco dopo Rittman si è messo a twittare dei problemi che stava avendo per far funzionare il suo accrocchio, principalmente per via del WiFi del bollitore che non sembrava connettersi nel modo giusto alla sua rete domestica.

https://twitter.com/markrittman/status/785751015517814784?ref_src=twsrc%5Etfw

Tre ore dopo il primo tentativo, il bollitore non funzionava ancora: la base – quella attaccata alla corrente – non sembrava in grado di riconoscere la posizione della caraffa dove si mette l’acqua a bollire.

Il traffico internet generato dai suoi tweet e dai retweet che riceveva, poi, ha reso le cose ancora più difficili.

Il bollitore, intorno a mezzogiorno, non ne voleva ancora sapere di bollire.

Intorno alle 7 di sera Rittman aveva stabilito che il problema principale dopo il WiFi scadente era l’assenza di un software per integrare armoniosamente il bollitore WiFi nella sua rete domestica. Allora se lo è fatto da solo.

Alle 8 di sera, finalmente, il bollitore ha cominciato a rispondere ai comandi vocali. (A quel punto però la luce è andata via perché il software che gestiva l’accensione delle lampade si stava aggiornando).

Infine, intorno alla una di notte: “Alexa, accendi il bollitore”. Fatto.