Un comune emiliano ha cominciato a usare lo schwa (ə) per essere più inclusivo
Il comune di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, ha cominciato a usare in alcuni contesti il simbolo fonetico ə, detto schwa, come desinenza finale al posto dei plurali maschili universali per usare un linguaggio «più inclusivo». Lo ha fatto ad esempio in un post su Facebook del 5 aprile che dice «A partire da mercoledì #7aprile moltǝ nostrǝ bambinǝ e ragazzǝ potranno tornare in classe!», invece di «molti nostri bambini e ragazzi». La scelta è stata poi spiegata con un altro post.
Lo schwa non è un simbolo molto familiare per chi parla e scrive una lingua europea, ma viene utilizzato da decenni dai linguisti e si trova anche nell’alfabeto fonetico internazionale per indicare una vocale intermedia. È un suono presente in molte lingue del mondo e anche in alcuni dialetti italiani: è quello che i napoletani usano nell’imprecazione mamm’t, o che nei dialetti del Centro Italia si usa alla fine delle parole, facendo diventare “sempre” semprə, “bello” bellə, e così via. In inglese corrisponde alla “a” di about, “a proposito”, e alla “u” di survive, sopravvivere, ad esempio.
L’idea di usare una desinenza in schwa al posto di quella maschile per le parole che comprendono sia uomini che donne (così come le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere) è stata diffusa in Italia dalla linguista Vera Gheno, e rispetto a proposte alternative sembra avere maggiore successo, perlomeno sui social network. L’iniziativa del comune di Castelfranco Emilia comunque non riguarda tutta la comunicazione istituzionale, ma solo alcuni post della pagina del comune su Facebook per il momento.