Le tante testimonianze di violenza di genere sotto un post su Instagram della Polizia di Stato
Il 20 novembre l’account Instagram ufficiale della Polizia di Stato ha pubblicato un’immagine in cui si legge: «Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima». È un estratto del testo dell’architetta peruviana Cristina Torres-Cáceres, diventato molto noto e citatissimo in seguito al femminicidio della ventiduenne Giulia Cecchettin, per il quale è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta.
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Nella didascalia del post, l’account della Polizia ha scritto che i versi citati «ci ricordano, oggi più che mai, l’importanza di essere uniti nel combattere la violenza sulle donne», aggiungendo: «Non siete sole». In pochi giorni il post ha accumulato oltre 5mila commenti, molti dei quali scritti da donne che hanno raccontato di essersi rivolte proprio alla Polizia in situazioni di pericolo, ma di essere state ignorate.
Una ragazza per esempio ha scritto: «Stalking. Seguita fin sotto casa, lui appostato sotto la finestra ore e ore, sistematicamente, ogni giorno. Vengo da voi, e la risposta è stata: “Signorina, le ha messo le mani addosso? No? Allora non possiamo fare nulla”». Un altro commento dice: «A mia suocera che denunciava l’ennesima dose di percosse avete risposto “i panni sporchi si lavano in casa”».
Giovedì pomeriggio i commenti sono stati nascosti per alcune ore, una decisione criticata da moltissimi utenti su altri social network: su X (Twitter) sono stati pubblicati molti screenshot con i commenti cancellati. Giovedì sera la Polizia ha reso nuovamente visibili i commenti.
La @poliziadistato ha cancellato questi commenti al post, più di 3000 testimonianze di donne lasciate sole, sbeffeggiate, private dei diritti. Tra loro e i #Carabinieri la dimostrazione che il patriarcato è sistema sociale.#giuliacechettin #violenzasulledonne pic.twitter.com/8gBB4INea5
— Anastasia Latini (@AnastasiaLatini) November 23, 2023