La Cina ha issato la sua bandiera sulla Luna, ma non l’ha piantata
Il lander della missione lunare cinese Chang’e 5 ha issato una piccola bandiera della Cina sulla Luna, a poco più di 50 anni di distanza dalla prima bandiera issata sul nostro satellite naturale dagli astronauti della missione statunitense Apollo 11. A differenza di quest’ultima, tecnicamente la bandiera cinese non è stata però piantata nel suolo lunare: si è dispiegata grazie a un braccio meccanico montato sul lander.
Provvedere a un sistema automatico per fare affondare un’asta nel terreno sarebbe stato troppo complicato, e avrebbe sottratto spazio alle altre e più importanti strumentazioni del lander per le ricerche scientifiche.
La presenza della bandiera ha comunque un importante valore simbolico e dimostra il successo finora di Chang’e 5. La missione, molto ambiziosa, prevede il prelievo di circa 2 chilogrammi di rocce lunari, che saranno poi trasportate verso la Terra per essere analizzate. Il prelievo si è concluso nella notte tra giovedì e venerdì, con il modulo di ascesa che ha poi impiegato il resto del lander come una mini rampa di lancio per raggiungere in orbita il resto della strumentazione che accompagnerà il suo ritorno verso il nostro pianeta.
Animation of the deployment
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— LaunchStuff (@LaunchStuff) December 4, 2020
La Cina aveva condotto negli scorsi anni due altri allunaggi con le missioni Chang’e 3 e Chang’e 4, entrambi i veicoli spaziali avevano la bandiera cinese disegnata su alcuni dei loro pannelli, ma non erano dotati di una bandiera vera e propria come l’attuale.