La nuova campagna Mattel: padri che giocano con le Barbie
Barbie, la famosa bambola realizzata dall’azienda californiana Mattel, è stata spesso accusata di proporre canoni di bellezza legati all’eccessiva magrezza, di diffondere e radicare modelli sbagliati e pericolosi tra le bambine, di incoraggiare stereotipi sessisti. Mattel negli ultimi anni ha cercato di rispondere a queste critiche, per esempio producendo modelli di Barbie con proporzioni fisiche e taglie più realistiche e facendo anche diverse operazioni di marketing sull’emancipazione femminile. L’ultima campagna pubblicitaria mostra dei padri che giocano alle bambole con le loro figlie.
I video della nuova campagna sono stati girati con padri e figlie veri, non con degli attori. Si vedono questi uomini che si descrivono come “tipicamente maschili” mentre giocano con le loro figlie a Barbie, fanno la voce acuta e nel gioco di ruolo interpretano il personaggio che spesso “compete” alle donne. Dicono poi che sono disposti a rinunciare alla partita della domenica per giocare con le figlie, e non a caso lo spot (per ora presente solo negli Stati Uniti) è stato lanciato qualche settimana fa proprio nell’intervallo dei playoff della NFL. I video (una versione lunga, più dei video brevi) si chiudono con la stessa frase: «Time spent in her imaginary world is an investment in her real world», «Il tempo speso nel suo mondo immaginario è un investimento nel suo mondo reale».
Alcuni e alcune critiche hanno fatto notare come gli spot restino banali, pieni di buoni sentimenti, di cose rosa, e come Barbie – che resta un giocattolo “da femmine” – sia pur sempre una Barbie e non un set di costruzioni. Tuttavia i video trasmettono un messaggio importante, anzi due: gli uomini possono giocare con le bambole e gli uomini possono giocare in generale.