Secondo il senatore Calderoli i candidati maschi sono più votati perché “si accoppiano” di più
Durante un dibattito al Senato sulle misure per attenuare lo squilibrio tra eletti maschi ed elette femmine (la “doppia preferenza di genere”, approvata per le prossime elezioni in Puglia), il senatore leghista Roberto Calderoli ha sostenuto che laddove in un collegio siano permesse due preferenze da dare a candidati di genere diverso, questo sfavorirebbe le candidate donne, per via di una singolare analisi. Calderoli ha infatti argomentato che il maggior numero di amanti di ciascun maschio – rispetto a quelli delle femmine – trasformerebbe le suddette amanti in potenziali elettrici del suddetto maschio: «il maschio solitamente si accoppia con quattro o cinque rappresentanti del gentil sesso, cosa che la donna solitamente non fa. Il risultato è che il maschio si porta i voti di quattro o cinque signore e le signore non vengono elette».
Lo stesso vicepresidente del Senato Ignazio La Russa – di Fratelli d’Italia, non noto per posizioni progressiste o per grandi aperture nei confronti dei diritti – ha sorriso incredulo chiedendo a Calderoli di chiudere il suo intervento e commentando il suo “avventurarsi” in una simile riflessione.
Il senatore Calderoli si è reso noto in passato per altre avventurose analisi, e soprattutto per aver definito successivamente una “porcata” la stessa legge elettorale di cui era stato il principale autore e che venne a suo tempo adottata per le elezioni politiche italiane.