Un’altra prova che la guerra in Siria va molto oltre la Siria
La guerra in Siria è cominciata nel 2011 e da subito ha coinvolto gruppi e miliziani provenienti da altri paesi. L’esempio più eclatante di questo processo è stato l’arrivo di migliaia di foreign fighters: i combattenti stranieri che si sono uniti soprattutto allo Stato Islamico (o ISIS), ma anche ai vari gruppi di ribelli che combattono il regime siriano di Bashar al Assad. Per diverso tempo è stato però sottovalutato – almeno dalla stampa italiana – il contributo dei gruppi stranieri che si sono schierati dalla parte di Assad, il quale da tempo non può più contare su un esercito che sia degno di questo nome. Charles Lister, uno degli analisti più importanti e citati della guerra in Siria, ha ripreso su Twitter uno schema che mostra le milizie che combattono insieme ad Assad: sono 66 in totale e solo 18 – il 27 per cento – sono siriane, mentre le altre sono palestinesi, libanesi, irachene, afghane, pakistane, bahreinite e yemenite.
18/66, (just 27%) of pro-#Assad militias are Syrian.
Rest Palestinian, Lebanese, Iraqi, Iranian, Afghan, Pakistani, Bahraini & Yemeni. pic.twitter.com/IRecHRzoZm
— Charles Lister (@Charles_Lister) December 8, 2016