Google ha tolto la pubblicità al blog Byoblu
Claudio Messora è un blogger italiano diventato famoso grazie a Byoblu, un sito e canale YouTube (con oltre 100mila iscritti) «di politica e attualità italiana», dai toni e argomenti spesso complottisti. Lui stesso si fa chiamare con questo soprannome sui suoi canali social. In passato Messora è stato anche consulente per la comunicazione del Movimento 5 Stelle (poi licenziato e querelato da Gianroberto Casaleggio). Oggi Messora ha pubblicato su YouTube un video in cui lamenta di aver subito un «attacco all’informazione libera e indipendente» e «gli effetti della campagna contro le cosiddette “fake news” (ma in realtà con l’obiettivo di colpire l’informazione libera e indipendente), orchestrata da Hillary Clinton, dal Parlamento Europeo, da Laura Boldrini, da Angela Merkel e da tutti quelli che hanno paura che l’informazione libera possa scalzare i loro privilegi e la loro posizione di forza». Messora dice di segnarsi questa data, 27 gennaio 2017, perché quello che gli è successo sarebbe molto grave.
Quello che è successo è che Byoblu è stato tolto dall’elenco dei siti su cui Google – che è il più grande rivenditore di pubblicità online al mondo – permette ci siano pubblicità gestite attraverso il suo programma AdSense. Qualche mese fa Google disse di voler bloccare quelle pubblicità – e i conseguenti ricavi, per i proprietari oltre che per Google – sui siti che diffondono bufale o che, in altre parole, “nascondono, falsano o travisano le informazioni sull’editore, sui contenuti o sullo scopo principale del sito”. Google ha quindi scelto di non ritenere sufficientemente affidabile Byoblu, per il suo dare spazio a temi e personaggi legati al complottismo e alle notizie false (qualche giorno fa, ad esempio, ha pubblicato un’intervista data a Giulietto Chiesa, teorico da anni di mai provate dietrologie sull’11 settembre e su altre questioni di attualità internazionali). In un video pubblicato ieri, Messora ha risposto che secondo lui la scelta di Google è un «attacco all’informazione libera e indipendente».