Quel tweet su Brexit e la coda in aeroporto è del tutto infondato
Da giovedì sta girando molto online un tweet in cui una persona che si descrive come un cittadino britannico sostenitore di Brexit si lamentava della lunga coda che aveva dovuto fare al controllo passaporti dell’aeroporto di Schiphol, ad Amsterdam, dando la colpa di questo a Brexit.
Il messaggio pubblicato, corredato da una foto di persone in coda in aeroporto, diceva «Servizio assolutamente disgustoso all’aeroporto di Schiphol. Ci hanno fatto fare 55 minuti di coda nella fila per l’immigrazione. Questa non è la Brexit per cui ho votato».
La contraddizione tra l’aver votato a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e la lamentela perché questo stava provocando ritardi ai controlli di frontiera ha fatto sì che il tweet sia stato molto ripreso, e preso in giro. Ad oggi è stato retwittato più di 8.000 volte e ha ricevuto quasi 30.000 mi piace.
I ritardi di cui si lamentava l’utente, tuttavia, non sono dovuti a Brexit.
Absolutely disgusting service at Schiphol airport. 55 minutes we have been stood in the immigration queue. This isn’t the Brexit I voted for. pic.twitter.com/QcSne9d4qW
— Colin Browning (@ColinBrowning14) February 13, 2020
In primo luogo, siccome il Regno Unito non ha mai aderito alla convenzione di Schengen per la libera circolazione delle persone nell’Unione Europea, i cittadini britannici in arrivo nell’Unione Europea hanno sempre dovuto fare la coda per il controllo passaporti, anche se usando un corridoio preferenziale (così come i cittadini dell’Unione in arrivo nel Regno Unito).
In secondo luogo, nonostante l’approvazione dell’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, in questo momento siamo nel cosiddetto “periodo di transizione” e non sono ancora stati introdotti nuovi controlli di frontiera. Il periodo di transizione durerà fino al 31 dicembre 2020, e fino ad allora il Regno Unito sarà ancora dentro l’Unione Europea (senza però partecipare ai suoi organi decisionali).
Per il momento, quindi, per i cittadini britannici che arrivano nell’Unione Europea – e viceversa – non sono previsti controlli diversi da quelli in vigore negli ultimi anni. Al termine del periodo di transizione, chi arriverà nell’Unione Europea dal Regno Unito non potrà più usare il corridoio di priorità per i cittadini dell’Unione, ma dovrà fare la coda con tutti gli altri cittadini extracomunitari. Questo produrrà probabilmente un allungamento dei tempi ai controlli per i passaporti.
Come ha ricostruito Open, infine, i ritardi di cui si lamentava Colin Browning erano dovuti al fatto che quel giorno all’aeroporto di Amsterdam era in corso l’addestramento di nuovo personale, con conseguente minore efficenza nello smaltimento delle code. Lo ha confermato anche l’aeroporto stesso su Twitter.
There have been no changes at our airport for UK travellers. New staff members were being trained yesterday, leading to longer queues at the passport control than usual. Sadly, this tweet has taken on a life of its own. For further reference: https://t.co/gsCSiLtIfL. ^Mayen
— Schiphol (@Schiphol) February 14, 2020