Per Beppe Grillo, Di Maio e i parlamentari che lo hanno seguito sono “zombie”
Il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo ha pubblicato sui suoi profili social un post che paragona sarcasticamente a morti viventi i parlamentari che hanno seguito Luigi Di Maio fuori dal Movimento. Nelle immagini del post si vede un finto “album di figurine degli zombie”, con in copertina le facce trasfigurate di Di Maio, di Laura Castelli, di Davide Crippa e di Carla Ruocco, tra gli esponenti più noti che sono usciti dal M5S. E poi ci sono le fototessere di tutti gli altri, tra cui Manlio Di Stefano, Vincenzo Spadafora, Lucia Azzolina e Pierpaolo Sileri.
Da oggi in tutte le edicole! pic.twitter.com/Zhl6xyxhKR
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) August 1, 2022
Da quando il M5S ha avviato la crisi politica che ha poi portato alle dimissioni di Mario Draghi, Grillo è intervenuto sempre più spesso nelle vicende interne del partito, mandando messaggi video e pubblicando interventi sul suo blog per indicare la via da seguire. Lo ha fatto per esempio nei giorni in cui si discuteva su un’eventuale deroga al limite dei due mandati, voluta dal presidente del M5S Giuseppe Conte e poi accantonata, mentre ora sta criticando fortemente Di Maio e i suoi, che hanno formato un nuovo partito insieme a Bruno Tabacci, chiamato Impegno Civico.
– Leggi anche: Cosa si sa del nuovo e inaspettato partito di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci
Il riferimento del post sugli zombie è a un breve articolo del blog di Grillo, in cui si legge: «Sapevamo fin dall’inizio di dover combattere contro zombie che avrebbero fatto di tutto per sconfiggerci o, ancor peggio, contagiarci. E così è stato: alcuni di noi sono caduti, molti sono stati contagiati». Secondo Grillo, gli “zombie” possono essere vinti perché «siamo qui per combattere, non per restare, e questa nostra diversità è spiazzante per gli zombie. Compiangiamo chi di noi è caduto e non ha resistito al contagio [Di Maio e i parlamentari del suo gruppo]. Ma soprattutto ringraziamo chi di noi ha combattuto e combatte ancora».